Paolo Villaggio se ne è andato a Roma, al Policlinico Gemelli, a causa di gravi problemi legati al diabete. Ad annunciare la sua morte, a 84 anni, è stata la figlia Elisabetta, che lo ha voluto salutare con un commovente messaggio su Facebook: "Ciao papà ora sei di nuovo libero di volare".

Con Villaggio se ne va non solo uno dei più grandi interpreti della comicità italiana, ma anche un artista poliedrico, che ha saputo lasciare un segno nella letteratura, nella musica e nel teatro. Nella sua carriera, l'attore genovese ha ricevuto anche numerosi riconoscimenti, tra cui il David di Donatello per l'interpretazione del film di Fellini Voce della Luna, il Leone d'Oro alla carriera e il Nastro d'argento per il Segreto del Bosco Vecchio di Ermanno Olmi.

I film d'autore, infatti, anche se in molti non lo ricordano, hanno segnato sia i suoi inizi, con Monicelli, Gassman e Ferreri, sia il finale di carriera. In mezzo, però, c'è la comicità, c'è il sadico Professor Kranz, il timido impiegato Fracchia, ma soprattutto c'è quel personaggio che lo ha consacrato e per il quale il pubblico lo ha amato e tuttora lo ama: il Ragionier Ugo fantozzi.

Paolo e l'alter ego Ugo

All'inizio, ai tempi del cabaret di Milano, era il Signor Fracchia, un impiegato timido, sottomesso e anche un po' impacciato. Il passaggio al cinema ha segnato, poi, l'evoluzione nel Ragionier Ugo Fantozzi che, pur conservando tutte le caratteristiche di timidezza e sottomissione del suo antenato comico, ha saputo raccontare con maggiore forza e incisività i pregi e i difetti dell'uomo medio italiano.

Quella che viene ritratta con maestria in ben dieci film (i primi due diretti da Luciano Salce, i restanti otto da Neri Parenti) è quella piccola borghesia impiegatizia, quotidianamente vessata sul posto di lavoro dal Padrone, che riusciva a ribellarsi e sfogare i propri istinti solo tra le quattro mura domestiche, magari in canottiera, sul divano, di fronte a una partita di calcio, una birra e una "frittattona di cipolle".

I tentativi di insubordinazione ogni tanto c'erano ma, inutile a dirsi, non andavano mai a buon fine.

Tra tutte ricordiamo la scena in cui il Ragionier Fantozzi insorse contro la proiezione del film La Corazzata Potemkin (in realtà un capolavoro cinematografico), con la frase ormai diventata celebre "La Corazzata Potemkin...è una cagata pazzesca!".

A completare il quadro, ci pensavano poi la paziente moglie Pina, la scimmiesca figlia Mariangela e la sexy Signorina Silvani, sogno proibito del Ragioniere. Ugo Fantozzi è stato una sorta di alter ego non solo di Paolo Villaggio, anche lui impiegato in gioventù all'Italsider, ma anche l'alter ego di moltissimi italiani degli anni '70 e '80. Quegli italiani che oggi lo ricorderanno con un sorriso amaro, come quello che lasciavano i suoi film.