Secondo l'ente spaziale americano i rischi per l'umanità derivanti dai supervulcani presenti sul pianeta sono decisamente più concreti di quelli dovuti all'eventuale impatto di un'asteroide o di una stella cometa, ed a turbare il sonno degli esperti americani è in primis il supervulcano del parco dello yellowstone. Un'eventuale eruzione potrebbe devastare un'ampia porzione di territorio americano e canadese, con gravi ripercussioni sull'intero pianeta. Un rischio che la Nasa non sottovaluta, tanto che gli scienziati dell’Advisory Council on Planetary Defense dell'ente spaziale hanno preparato dei progetti volti a scongiurare un'eventuale eruzione.

Il progetto della Nasa

Brian Wilcox, uno degli esperti che ha lavorato al progetto ha rivelato al Daily Mail che inizialmente la Nasa intendeva scavare un profondo buco di 14 km nel quale iniettare acqua ad alta pressione per ridurre la temperatura della caldera, diminuendo in questo modo i rischi di un'esplosione, ma il progetto è stato abbandonato a causa dell'alto costo che avrebbe avuto - poco meno di tre miliardi e mezzo di dollari - e del rischio che l'operazione possa innescare proprio quello che intende evitare, ovvero un'esplosione del vulcano.

Tuttavia questo è l'unico progetto praticabile, e Wilcox ritiene che debba essere preso in maggiore considerazione in quanto il supervulcano erutta ogni 600mila anni, e l'ultima esplosione risale proprio a 600mila anni fa.

I supervulcani presenti nel pianeta sono una decina, e complessivamente si attivano in media ogni 100mila anni. L'ultima eruzione risale a 26.500 anni fa e avvenne in Nuova Zelanda.

La situazione dello Yellowstone e le conseguenze di un'eventuale eruzione

Le autorità americane non lasciano trapelare segni di preoccupazione, tuttavia dal Giugno scorso a oggi lo Yellowstone ha registrato oltre 1.500 terremoti, un'attività sismica ritenuta inusuale che sono indice di uno spostamento del magma.

Se il supervulcano dovesse eruttare nei cieli di Wyoming, Montana e Utah - i tre stati con cui confina - verrebbero oscurati da una nube di cenere con un diametro di 800 km, che ricadendo a terra distruggerebbe i raccolti e inquinerebbe le acque. Ma l'eruzione causerebbe conseguenze per il mondo intero, con una diminuzione della temperatura che si protrarrebbe per alcune decine di anni.

Questo renderebbe decisamente più scarsi i raccolti al punto che in molte parti del mondo si soffrirebbe la fame. Basti pensare che le riserve di alimentari attualmente disponibili nel mondo sono sufficienti per due mesi e mezzo. Tuttavia l'esplosione di un supervulcano non sarebbe sufficiente per provocare un'estinzione di massa, come del resto non è mai successo in passato. Tuttavia ogni volta gli sconvolgimenti climatici provocati sono stati significativi, creando grossi problemi a tutti gli esseri viventi che popolano il pianeta.