E mentre i politici si perdono in iter burocratici e discorsi in 'politichese' dando l'impressione di dare precedenza nel trovare un colpevole anzichè una soluzione, ci sono i livornesi che sono stati i primi (e ancora procedono senza sosta) a prestare soccorso ai propri vicini, amici o famigliari, qualcuno perdendo la vita come Roberto Ramaccioni che è morto nel tentativo soccorrere la sua famiglia.

In molti si sono subito rimboccate le maniche e non hanno esitato a sporcarsi le mani per aiutare i propri concittadini in difficoltà. La solidarietà si è manifestata in maniera massiccia anche sui social, gruppi su Facebook mettono a disposizione vestiti, cibo, alloggi e altri beni di prima necessità.

C'è però chi mostra il suo dissenzo puntando il dito sulla cattiva gestione delle informazioni date dalle istituzioni e dalla scarsa presenza dell'amministrazione nella cura e prevenzione del territorio. C'è chi punta il dito contro gli stessi concittadini che con fare indifferente non contribuiscono ai soccorsi. Un plauso si deve invece alle donne e gli uomini che risiedono nei centri d'accoglienza, che senza pensarci due volte si sono prodigati per sgomberare le strade e spalare fango, e anche qui non sono mancati i 'leoni da tastiera' pronti a criticare con un "Era ora che facessero qualcosa", di sicuro i livornesi avrebbero preferito impiegare queste risorse in altro modo.

'Manuale delle procedure operative specifiche in fase di emergenza'

Da otto mesi si attende l'approvazione del dispositivo emergenza ambientale o meglio del 'Manuale delle procedure operative specifiche in fase di emergenza', è questo il nome del documento, tra le altre cose già revisionato, che contiene una tabella dove sono segnalate le aree ad alto rischio idraulico, comprese le zone del rio Maggiore e del rio Ardenza ( zone maggiormente colpite dall'eccezionale temporale che si è abbattuto domenica 10 Settembre ), il documento prevede anche la diramazione di informazioni alla popolazione in caso di 'allerta meteo' con un sistema di avvertimento telefonico, in questo caso l'allerta arancione per ' Fenomeni Pericolosi per l'Incolumità delle Persone.

Il 'Manuale delle procedure operative specifiche in fase di emergenza' è un piano studiato per far fronte a questo tipo, e non solo, di calamità, il precedente piano era stato approvato nel 2011 con un rinnovo previsto entro i successivi cinque anni. Si può considerare il tale 'manuale' scaduto e visto il cambiamento urbanistico, ambientale, il cambiamento delle leggi e lo standard di procedura nella prevenzione e soccorso adottati negli ultimi anni, il piano per le emergenze doveva essere già bello che pronto da ameno due anni.

Il sindaco Nogarin dice: "Non ho gli strumenti ne le risorse per cambiare le strategie della Protezione Civile in corso", e aggiunge "Non abbiamo persone che stanno tutto il giorno li, dalla mattina alla sera, a fare valutazioni. Non spetta a noi: è compito della Protezione Civile". Fatto sta che il così detto 'Manuale delle procedure operative specifiche in fase di emergenza' è fermo dallo scorso gennaio e non è neanche stato calendarizzato dalla giunta.

Livorno rialzati!

Premettendo che l'evento è senza precedenti, più di duecento millimetri di acqua in due ore resta un fatto straordinario, che ha contribuito nell'ingrossamento dei vari corsi d'acqua accelerandone la forza devastante, il piano della Protezione Civile non è sicuramente un rimedio miracoloso in caso di eventi eccezionali come questo.

Resta comunque l'unico strumento per la prevenzione dei rischi, studiato in collaborazione delle associazioni di volontariato, Croce Rossa, Misericordie e Pubblica Assistenza, che hanno a disposizione mezzi e uomini per intervenire sulle emergenze come incendi, terremoti o come in questo caso alluvioni. Alla presentazione del piano il Comune diceva" Sarebbe un grave errore concettuale ammettere di poter trovare una risposta ad ogni sollecitazione", considerando che fenomeni simili hanno conseguenze diverse a seconda del luogo. Resta però la documentazione dove viene indicata la zona del Rio Maggiore e del Rio Ardenza come zona ad alto rischio idraulico, per un totale del 9% in tutta la città di Livorno.