Un medico di famiglia di Ferrandina, in provincia di Matera, è stato violentemente aggredito e picchiato da un suo paziente, che gli ha causato lesioni guaribili in oltre 40 giorni. Il motivo: si era rifiutato di dichiarare il falso in un certificato. L'incredibile episodio, avvenuto il 1° settembre, è stato reso noto soltanto adesso da Michele Campanaro, segretario provinciale di Matera della Federazione dei medici di medicina generale (FIMMG).

Per il medico lesioni gravi, incluso un femore fratturato

Il paziente si era recato dal dottore per ottenere un certificato necessario al rinnovo della patente di guida.

Secondo quanto emerso Leonardo Trentadue, questo il nome del 67enne medico lucano, si sarebbe rifiutato di omettere l'esistenza di alcune patologie del paziente che, presumibilmente, avrebbero reso impossibile ottenere il rinnovo. Secondo la ricostruzione dei Carabinieri della compagnia di Pisticci, che hanno raccolto le testimonianze dei due soggetti coinvolti, tanto sarebbe bastato perché il paziente aggredisse prima verbalmente e poi anche fisicamente il medico, causandogli danni significativi tra i quali la frattura del femore. L'iracondo paziente è stato quindi denunciato con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni gravissime.

"La certificazione corretta di quanto direttamente constatato o a conoscenza del medico è un atto che, oltre a costituire un obbligo deontologico, si pone anche a tutela della sicurezza di tutti i cittadini", ha commentato Campanaro nella nota diffusa per dare conto di questa spiacevole vicenda.

Non è un periodo facile per i medici

L'ultima settimana non è stata certamente tranquilla per chi esercita la professione medica: appena pochi giorni fa, gli operatori sanitari di un ambulatorio palermitano sono stati minacciati da una decina di persone armate di bastone. In quel caso, "l'elemento scatenante" è stato il decreto Lorenzin sull'obbligatorietà dei vaccini per l'iscrizione a scuola: i facinorosi erano infatti dei genitori che, nonostante fosse ormai terminato l'orario di operatività dell'ambulatorio, non avevano accettato l'invito a presentarsi l'indomani, chiedendo che i loro figli fossero comunque sottoposti alla vaccinazione richiesta.

A giugno era invece toccato ad un medico della continuità assistenziale essere aggredito a Fiano Romano (Roma): come denunciò al tempo la FIMMG del Lazio, si è trattato di un episodio che ha messo in risalto "la situazione di costante pericolo in cui operano quotidianamente i medici della continuità assistenziale".