Bufera mediatica e social sul padre dei due minorenni indagati per lo stupro di Rimini dopo le dichiarazioni in un'intervista trasmessa durante la prima puntata di Matrix della nuova stagione. L'attenzione mediatica sui fatti accaduti nella notte tra venerdì 25 e sabato 26 agosto è ancora importante. Dopo le rivelazioni di un maresciallo dei carabinieri sul passato e presente del padre dei due minori arrestati perché accusati di far parte del branco di 4 giovani, ecco arrivare il carico da novanta da parte dell'uomo che vive a Vallefoglia, comune della provincia di Pesaro Urbino, insieme a quello che rimane della sua famiglia.
Un futuro roseo
Nel corso dell'intervista Mohamed, questo il nome del padre dei minori arrestati, ha affermato che i suoi figli faranno complessivamente due o tre anni di carcere per poi uscirne puliti. L'uomo va oltre, prospettando un futuro roseo per i due ragazzi che ancora non sono maggiorenni. Secondo lui infatti, dopo essere usciti dal carcere comporranno una famiglia e vivranno felici. Dichiarazioni che stridono, evidentemente, di fronte al dramma subito da una coppia di turisti provenienti dalla Polonia ed una trans peruviana, violentata dallo stesso branco poco dopo aver commesso il primo stupro.
Mohamed si è detto inoltre dispiaciuto della ragazza polacca stuprata selvaggiamente, sottolineando però che i suoi figli non ricadranno nello stesso errore non frequentando più certe compagnie.
"Si comporteranno bene", così conclude il padre dei due minorenni che si trovano attualmente in carcere, al termine dell'intervista trasmessa durante la trasmissione Matrix, in onda su Canale 5 in seconda serata. Sui social sono in tanti ad essersi scagliati contro l'uomo a seguito delle dichiarazioni choc rilasciate di recente.
Emergono altri dettagli
Intanto continuano ad emergere nuovi dettagli su quanto accaduto quella notte di fine agosto. Secondo le ultime indiscrezioni, sembrerebbe che il branco prima di prendersela con la studentessa polacca ed il suo fidanzato abbia aggredito una giovane coppia di Bologna. I due ragazzi, di 19 e 20 anni, hanno denunciato l'accaduto affermando che uno degli assalitori fosse di colore.
Lo schema dell'aggressione è stato lo stesso subito dai due polacchi in un primo momento, senza però sfociare nella violenza brutale usata contro i due stranieri. La coppia bolognese, oltre a tanto spavento, è tornata a casa senza soldi e telefonino. Se i due giovani dovessero riconoscere nelle foto segnaletiche dei quattro indagati i volti dei loro aggressori, si aggraverebbe ancora di più la posizione degli attuali indagati per i due stupri. Forse i 2-3 anni di cui parla il padre dei minori potrebbero essere in realtà molti di più.