Marisa Guglielmina Maisano, preside della scuola primaria “Telesio” di Reggio Calabria tende a minimizzare: “Un incontro informativo sulla prevenzione dei rischi derivanti dalla rete e dalle nuove tecnologie”, ma c’è chi invece racconta una realtà ben diversa, “un lungo incontro su satanismo, esorcismo, fattucchiere e maghi, di Internet e web non si è parlato”.

Tutto nasce quando il 21 novembre scorso un’insegnante è entrata in classe e ha visto alcuni suoi alunni seduti in cerchio intorno a un pezzo di carta, suddiviso i quattro riquadri con le scritte “Sì” e “NO”, due matite incrociate: in pratica, il gioco Charlie Challenge, diffusosi a livello mondiale da due anni tra milioni di adolescenti.

Una bravata, un trucco da illusionisti secondo alcuni, “una seduta spiritica per giovani” secondo padre Gabriele Amorth, forse il più famoso esorcista d’Italia, scomparso nel settembre 2017, o quantomeno “un gioco pericoloso che può mettere a rischio la vita di chi lo esegue”.

Matite che si muovevano da sole?

L’insegnante che ha sorpreso i ragazzi non ha dubbi: le matite si muovevano da sole. Riferisce tutto alla preside, che prima convoca un consiglio straordinario, poi contatta don Piero Catalano, discepolo di padre Amorth, per chiedere consigli su come agire. A questo punto si svolge il “famoso” incontro, cui hanno partecipato circa 130 persone tra docenti e genitori. Don Catalano era accompagnato da un suo assistente, Nunzio Di Stefano, teologo in procinto di diventare diacono che, intervistato dal Corriere della Sera, spiega quanto avvenuto: “Siamo stati contattati dalla preside della scuola, ci ha detto che una delle maestre aveva sorpreso gli allievi che giocavano al Charlie Challenge e che aveva visto matite che si muovevano da sole.

In questo cosiddetto gioco si evoca lo spirito di Charlie, un bambino che si sarebbe tolto la vita a soli 10 anni: molti si avvicinano a quello che vorrebbe essere un semplice trucco ma che in realtà espone a forti pericoli chi partecipa, soprattutto da un punto di vista psicologico”.

Casi di crisi collettiva all’estero

Negli anni scorsi Charlie Challenge, all'estero, ha visto casi di giovani ricoverati in preda a crisi di isteria collettiva dopo aver preso parte al gioco.

Ma si può parlare di satanismo o di bambini indemoniati in questo caso? “La preside ci ha chiesto consiglio su cosa fare e su come comportarsi – ha spiegato Di Stefano – siamo andati a scuola per parlare con le insegnanti e informarle sui rischi derivanti da questi riti satanici. Con il Diavolo non si scherza”.

Quando la notizia ha iniziato a diffondersi, la parola d’ordine è diventata “minimizzare”.

Sulla chat dei docenti ha iniziato a circolare un messaggio che invitava a non rilasciare interviste, su raccomandazione della preside. Secondo altre versioni, sarebbero comparse anche minacce di provvedimenti disciplinari per chi avesse fornito maggiori dettagli.

'Charlie Challenge non è un gioco'

Don Catalano ha pochi dubbi, occorre vigilare: “Non è un gioco, Charlie è Satana, è un mezzo con cui si può impossessare dei ragazzi. Non è un problema ristretto alla scuola Telesio, ma di tante altre scuole e non solo a Reggio Calabria. La preside già un anno fa mi comunicò un caso anomalo, un bambino era stato visto compiere un balzo di alcuni metri assolutamente innaturale, successivamente ho saputo che è stato in cura e che è stato anche seguito da un prete esorcista.

In questo caso, abbiamo portato la nostra esperienza di esorcisti, pronti se necessario a collaborare in un percorso di liberazione”.

Sulla vicenda Charlie Challenge, quando era esplosa due anni fa, era intervenuto un altro esorcista, don Aldo Bonaiuto: “Il foglio di carta, le due matite non sono altro che una versione semplificata della tavoletta Ouija, utilizzata per parlare agli spiriti. Charlie Challenge non è altro che una seduta spiritica semplificata, una versione 2.0 per bambini e adolescenti. Ai giovani raccomando di evitare tutto questo, non si può pensare di giocare con i demoni senza aprire finestre molto difficili da richiudere. Sono invenzioni pericolose e malvagie perché rivolte a menti giovani e facilmente influenzabili”.