Non si è ancora spenta l'eco dell'ultima Sparatoria in una scuola americana, che ecco ieri la nuova strage: nel campus del Liceo di Parkland in Florida, Usa, un ex studente della stessa scuola di soli 19 anni ha sparato a raffica, provocando la morte di almeno 17 persone. La scuola è la Marjory Stoneman Douglas High School con circa 3000 studenti, appena fuori Boca Raton in Florida.
L'assalitore, che si è poi lasciato catturare, è Nikolas Cruz, 19 anni, ex studente della stessa scuola, che era stato espulso perché, a causa dei suoi atteggiamenti estremamente aggressivi, era stato ritenuto troppo pericoloso.
Lui ha programmato evidentemente ogni cosa: armato di un calibro 223, stile AR-15, e con maschera antigas, a circa 10 minuti dalla fine delle lezioni ha buttato dei candelotti fumogeni, facendo scattare l'allarme antincendio e all'uscita dei ragazzi e del personale, era pronto al "tiro al piccione".
Il Leitmotiv delle scuole americane
Sembra ormai chiaro che ogni tentativo di fermare le sparatorie nelle scuole americane sia per ora vano ed ogni strage sembra peggiore delle precedenti: questa è addirittura la diciottesima dall'inizio del 2018 ed è anche una delle peggiori della storia. Per trovare di peggio si deve risalire, indietro nel tempo, fino al 2012, ad una scuola del Connecticut con ben 26 persone morte.
Dal lontano 1999, precisamente 20 aprile, con la strage della Colombine High School in cui due studenti uccisero 13 persone, la strada che arriva a Parkland è costellata di sangue e morti in una successione esponenziale che nessuno per ora riesce a fermare.
Insomma, la strage di San Valentino ha il ben triste onore di passare alla storia come una tra le 10 più terribili delle scuole americane e, naturalmente, ha immediatamente rinfocolato le polemiche e il dibattito sulla diffusione delle armi, sulla facilità del loro acquisto e sulle conseguenti stragi, fenomeno che sembra purtroppo inarrestabile.
Dal 2013, nelle scuole Usa o negli immediati dintorni sono stati segnalati ben 291 casi di sparatorie con una media di una alla settimana. Anche Donald Trump è intervenuto con le seguenti parole: "Le mie preghiere e le mie condoglianze alle famiglie delle vittime della terribile sparatoria in Florida: nessun bambino, insegnante o chiunque altro dovrebbe mai sentirsi insicuro in una scuola americana".
Il Governatore della Florida, Marco Rubio con un tweet, ha affermato che la strage era stata pianificata a tavolino in modo da massimizzare i risultati cioè il numero delle vittime.
SMS e Snapchats
La Polizia è stata allertata verso le 15 del pomeriggio da una serie di SMS e messaggini su Snapchat con le richieste di aiuto di studenti e adulti disperati per quello che stava succedendo. Arrivati sul posto, polizia e Swat erano colti da una scena a dir poco caotica: probabilmente il sospettato, per avere miglior campo visivo, aveva fatto scattare l'allarme antincendio e quando le classi avevano cominciato ad uscire, iniziava la sua sparatoria. Il tutto in uno stato di totale caos, visto che nelle prime ore della giornata, la scuola aveva già programmato un'esercitazione antincendio, facendo quindi pensare a molti che si trattasse di un falso allarme.
Così, mentre molti studenti uscivano in fila indiana (secondo le tecniche per le evacuazioni), altri rimanevano a scuola e molti riuscivano a barricarsi nelle classi: a questo punto, si registravano moltissimi messaggi di addio alle famiglie, e molti filmati con pianti, grida e feriti, mentre ancora una volta, i social prendevano il sopravvento diffondendo e amplificando quanto stava succedendo in diretta.
I messaggi e i segnali diventavano sempre più contraddittori: un insegnante racconta che stava uscendo allo squillo dell'allarme antincendio quando un altro membro del personale lo avvisava di fare retromarcia perché si trattava di un "Codice rosso", cioè di uno sparatutto in azione. L'Insegnante quindi rientrava in fretta in aula, mettendo in pratica il protocollo del caso: si barricava con gli studenti, 19 in tutto, e rimaneva chiuso per i 40 minuti dell'emergenza.
Altri hanno pensato a petardi, altri ancora sono andati via in blocco, dimostrando quanto le esercitazioni per prepararsi a fatti del genere, riescano a poco di fronte alla realtà.
Vuoto
Il personale dice di essere stato preparato per emergenze di questo genere e di avere più e più volte parlato e discusso in merito, da qui la sensazione di sconforto e di vuoto assoluto per il numero dei morti e per l'inutilità di tutto ciò che era stato fatto. La conclusione registra 12 morti all'interno della scuola e 2 all'esterno, 3 mentre venivano ricoverati o all'ospedale. Per assurdo o per paradosso, la cittadina di Parkland era stata nominata nel 2016 "la città più sicura della Florida": con ironia amara, viene da chiedersi cosa sarebbe potuto succedere, se fosse stata la meno sicura.