La notizia da qualche giorno rimbalza sui social, molto meno purtroppo, vista la gravità, sulle televisioni. Si tratta di quell’insegnante che giovedì scorso, durante la manifestazione antifascista tenutasi a Torino, era stata ripresa mentre si scagliava verbalmente contro le forze dell’ordine dandogli dei “vigliacchi“ e degli “assassini” e soprattutto augurandogli la morte. Ad indignare larga parte del popolo dei social non erano state tanto le parole proferite dalla maestra, siamo ormai abbastanza avvezzi, ahimè, a certi toni, quanto il ruolo di “educatrice” ricoperto dalla stessa.

A molti è risultato difficile accettare che quella che potrebbe essere una qualsiasi delle maestre dei propri figli, potesse manifestare, sebbene al di fuori della propria funzione pubblica, un tale odio ed una simile, seppur verbale, violenza.

La Digos di Torino, identificata la signora quale Lavinia Flavia Cassaro, maestra di una scuola elementare del torinese, aveva ipotizzato il reato di oltraggio a pubblico ufficiale. Ma questa mattina, il pm Antonio Rinaudo, della Procura di Torino ha iscritto la maestra nel registro degli indagati non solo per il succitato reato di oltraggio ma anche per quelli di istigazione a delinquere e minacce.

La maestra adesso rischia il licenziamento

Nel frattempo, l’Ufficio scolastico regionale del Piemonte, che ieri aveva sospeso l’insegnante, ha oggi informato di avere notificato un provvedimento disciplinare alla stessa, che adesso rischierebbe addirittura il licenziamento.

Queste le motivazioni del provvedimento: ”La grave condotta tenuta dalla docente, seppur non avvenuta all'interno dell'istituzione scolastica, - si spiega in una nota - contrasta in maniera evidente con i doveri inerenti la funzione educativa e arreca grave pregiudizio alla scuola, agli alunni, alle famiglie e all'immagine stessa della pubblica amministrazione".

L’insegnante, avuta notizia del provvedimento, prova a giustificarsi afferendo che le sue parole non erano rivolte agli agenti ma: ”all’apparato che difende il fasciamo” sostenendo di: ”avere più volte provato l’abuso di potere del sistema fascista”. In merito al rischio di licenziamento afferma: “Il mio licenziamento è una certezza.

Così voi tutti vi sentirete più sicuri senza la maestra cattiva e loro avranno una scusa per cacciarmi dal sistema scolastico. Avrete la mia testa e sarete tutti felici e contenti. Per l'antifascimo questo e altro".

Lettera aperta della figlia di un poliziotto

In rete arriva, dura come un macigno, la commovente lettera aperta della figlia di un poliziotto indirizzata alla maestra. Nella lettera la ragazzina cerca di spiegare cosa si provi a salutare ogni mattina il proprio papà, per l’appunto poliziotto, con il terrore che possa davvero non tornare più, che davvero possano avverarsi quelle maledizioni lanciate con tanta rabbia dalla maestra contro gli uomini delle Forze dell’Ordine.