Da diverso tempo i guerriglieri curdi dell'YPG avevano creato una loro 'repubblica confederale' chiamata 'Rojava' nell'area settentrionale della Siria. Tale 'avamposto' dei guerriglieri curdi è visto molto negativamente dal governo della Turchia, che considera gli stessi militanti dell'Ypg e del partito 'PKK' parte di un network terroristico. Su ciò, c'è da dire che lo stato turco è da molti anni impegnato nella lotta contro l'organizzazione curda di sinistra radicale e spesso e volentieri ha utilizzato metodi fortemente repressivi contro di essa.

D'altro canto, nel passato il PKK si è macchiato di attacchi legati al terrorismo politico e risulta essere una formazione illegale nella stessa Turchia.

L'avvertimento del presidente turco alla Francia: 'Non inviate militari a Manbij'

Negli ultimi giorni il governo francese di Emmanuel Macron aveva sostenuto di essere pronto a una mediazione sul caso dei militanti curdi del Rojava. Su ciò, si era parlato anche dell'ipotetico invio di militari francesi nella stessa regione settentrionale della Siria e secondo la fonte curda 'Kurdistan 24', ripresa da un articolo del sito di controinformazione 'L'Antidiplomatico', almeno 50 soldati francesi avrebbero già raggiunto la nazione mediorientale. Comunque sia, pochi giorni fa lo stesso presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che la Francia non deve mandare soldati in Siria e specialmente nella città di Manbij, città che l'esercito turco ha intenzione di conquistare a breve.

La questione curda e gli interessi geopolitici delle grandi potenze

Il Rojava è considerata una regione alquanto strategica per la Turchia di Erdogan, che ha l'interesse di distruggere l'enclave curda e proseguire la sua politica estera di stampo marcatamente 'neo-imperiale' e 'neo-ottomana'. Tale protagonismo turco è visto molto negativamente dal governo siriano di Bashar al-Assad, il quale ha l'obiettivo di 'riprendere' i territori curdi e re-integrarli nella 'nuova Siria' che ha intenzione di costruire.

Inoltre, la causa curda vede da sempre il sostegno di Israele e generalmente degli Stati Uniti D'America, i quali ora comunque non sono schierati apertamente né con la Turchia e né con i militanti curdi.

Situazione simile la sta attraversando anche la Russia, che nell'ultimo periodo si è sempre di più avvicinata alla Turchia guidata da Erdogan.