Si rafforza la protesta del movimento no tap. Nelle ultime ore, due diversi episodi hanno riportato alla ribalta della cronaca il gruppo di attivisti contrari alla realizzazione del gasdotto Trans Adriatic Pipeline che, partendo dall'Azerbaijan, e attraversando il Mar Adriatico, dopo un percorso di ben 878 chilometri arriverà in Salento, esattamente a Melendugno. Infatti questa condotta, che permetterà all'Italia di ricevere gas naturale dalla zona del Mar Caspio, è stata contestata fin da subito dalle popolazioni locali, che la giudicano invasiva per il territorio.

L'avvio delle operazioni di espianto di circa 200 ulivi nella zona in cui saranno realizzati gli impianti, ha improvvisamente riacceso la miccia delle proteste che, nelle ultime settimane, stanno andando avanti senza sosta.

La contestazione ad Emiliano

L'approdo di Michele Emiliano al Festival del Cinema europeo di Lecce è stata l'occasione per contestare duramente il governatore pugliese, intervenuto al termine della proiezione di un documentario sull'argomento, "Mena" (realizzato dalla giornalista Maria Cristina Fraddosio) che si sofferma proprio sulla lotta della comunità locale contro il gasdotto.

Emiliano ha voluto ribadire la posizione della sua amministrazione, favorevole all'infrastruttura perché potrebbe permettere la conversione dal carbone al gas degli impianti di riscaldamento delle acciaierie dell'Ilva di Taranto, ottenendo una riduzione dell'inquinamento in città.

Allo stesso tempo, ha ribadito la sua contrarietà alla scelta di Melendugno e San Foca come punti di arrivo del gasdotto, per l'impatto che la condotta potrebbe avere su quel tratto di costa.

Gli scontri con la polizia

Mentre alcuni degli spettatori presenti lo interrompevano più volte con grida ed accuse, Emiliano ha proposto un'alleanza tra chi è favorevole al Tap - ma a condizioni diverse - e chi invece è contrario alla sua realizzazione.

"Avere una posizione estrema giova non solo a quelli che vogliono fare il gasdotto, ma soprattutto a coloro che lo vogliono su una delle più belle spiagge della Puglia – ha risposto il governatore pugliese ai contestatori – continuerò comunque a lottare anche da solo e andando contro il governo nazionale, sapendo che la mia è l'unica strada per arrivare ad una soluzione".

Poche ore dopo, sono ripresi gli scontri tra la polizia ed i manifestanti, lungo la strada provinciale che collega Lecce a Melendugno, normalmente percorsa dai mezzi che devono raggiungere il cantiere. L'obiettivo degli attivisti, circa una ventina, era proprio quello di impedire il passaggio dei camion che trasportavano dei blocchi di tufo, bruciando dei cassonetti dei rifiuti.

È partita una sassaiola contro le forze dell’ordine, durante la quale due agenti sono stati feriti. Un uomo di 52 anni è stato fermato mentre dava fuoco ad un cassonetto: adesso dovrà rispondere di resistenza a pubblico ufficiale ed incendio aggravato. Dopo un po' la strada è stata liberata, con gli operai che sono tornati a lavoro senza ulteriori problemi.