Forse ha fatto il passo più lungo della gamba, forse ha sortito gli effetti desiderati. Di sicuro, la campagna lanciata da CitizenGo ha fatto parlare di sé, nel bene e nel male. Il manifesto, che sotto alla scritta riporta un’immagine del ventre di una donna incinta, è ben visibile dalle strade di Roma: le reazioni sono state immediate, e per lo più contrarie.

La risposta del Comune

Stefano Fassina, consigliere comunale tesserato Sinistra per Roma, invoca l’intervento della sindaca Raggi, affinché faccia rimuovere il manifesto. Loredana De Petris, di Liberi e Uguali, e Debora Serracchiani, del Partito Democratico, difendono l’articolo 194, opponendosi a una campagna che scredita una grande conquista del genere femminile per quanto riguarda i diritti umani.

Dal Campidoglio, la giunta M5S concorda nel deprecare l’associazione dell’aborto, diritto regolamentato dalla legislazione italiana, al femminicidio, crimine perseguito per legge. Tuttavia, l’amministrazione pentastellata riconosce di avere le mani legate: infatti, i manifesti incriminati sarebbero stati affissi in spazi pubblicitari gestiti da privati, e quindi al di fuori della sfera di competenza del Comune.

La reazione dei social

Twitter è quel luogo dove chiunque può esprimersi: anche in questo caso i commenti si sono sprecati, divisi tra chi difende la campagna e i detrattori della stessa. Un’anonima si scaglia contro la volontà di rimuovere il manifesto, e invita gli attivisti pro-life a far sentire la propria voce con ancor più ardore.

In più di un tweet, invece, traspare la forte contrarietà per un’associazione inopportuna ed eccessivamente provocatoria, a prescindere dalla personale opinione sulla legittimità ed eticità dell’interruzione di gravidanza. Un altro utente, con sottile ironia, dà ragione alla campagna, facendo notare come l’aborto illegale causi la morte di molte donne nei Paesi meno sviluppati, e ringrazia per l’esistenza di una legge al riguardo: sicuramente non era questo il messaggio che il cartellone aveva intenzione di trasmettere.

CitizenGo non demorde

L’associazione pro-life, intanto, brinda al fallimento della tentata rimozione dei cartelloni: gli spazi pubblicitari non sono di proprietà del Comune e quindi, per ora, resteranno al loro posto. E rincara la dose annunciando che, nei prossimi giorni, numerosi camion vela transiteranno per le città italiane. In vista della marcia per la vita, in programma per sabato 19 maggio, verranno distribuiti volantini ritraenti lo stesso manifesto, oggetto delle polemiche.