Ennesimo caso di incidente d'auto mortale. I carabinieri della compagnia di Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza, hanno arrestato un 23enne, di cui non sono state rese note le generalità per motivi di privacy, per omicidio stradale. Il giovane, già noto alle forze dell'ordine per diversi reati, è stato accusato di avere ucciso, a seguito di investimento con l'auto del padre, un ragazzo gambiano di 18 anni, e di non essersi fermato a prestare soccorso alla vittima agonizzante. In più, dopo l'incidente ha cercato di nascondere le prove di quello che aveva fatto, occultando l'autovettura incriminata.

Le indagini sono state svolte per ordine della Procura di Castrovillari.

L'incidente mortale

Il terribile incidente automobilistico è avvenuto qualche giorno fa sulla statale 106 Radd, in prossimità dello svincolo del porto di Corigliano, nei pressi dell'omonimo paese, un grosso agglomerato urbano in provincia di Cosenza. La vittima, un rifugiato politico gambiano di 18 anni, percorreva in bicicletta il tratto scarsamente illuminato, e noto per essere luogo di molti sinistri, della arteria nazionale che costeggia la strada in direzione del porto, quando è stato investito da un'Alfa Romeo 147 di colore nero che procedeva nella stessa direzione. Il presunto colpevole, un giovane di soli 23 anni, ha centrato in pieno il malcapitato e non si è fermato a prestare soccorso all'africano, anzi è fuggito via facendo perdere le sue tracce.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri della locale stazione, che hanno soccorso l'extracomunitario accompagnandolo presso l'ospedale di Rossano in gravissime condizioni. L'uomo però è morto qualche ora dopo in seguito ai numerosi traumi riportati.

Le indagini e l'arresto

I militari dell'Arma hanno immediatamente iniziato le indagini sull'accaduto.

Gli inquirenti hanno sottoposto ad analisi le parti della carrozzeria dell'auto sospettata, rimaste sull'asfalto dopo l'incidente, in particolare hanno rinvenuto un fanale, una piccola porzione del porta targa e frammenti dell'intelaiatura. Gli investigatori, proprio grazie ad alcuni pezzetti del porta targa, sono riusciti a risalire al nome di una autofficina presso cui era stata riparata la vettura di recente.

In breve tempo hanno rintracciato il proprietario del mezzo, un coriglianese di 56 anni, e lo hanno interrogato. Il genitore, risultato poi estraneo ai fatti, ha indicato il figlio minore come possibile conducente dell'automezzo la sera dell'omicidio stradale. Il 23enne, inquisito dalle forze dell'ordine, già pregiudicato per numerosi reati contro il patrimonio e la persona, ha ammesso in lacrime di essere stato lui l'investitore e di avere nascosto il veicolo con l'aiuto della fidanzata e del fratello per non farsi trovare.

L'arresto

I carabinieri della compagnia di Corigliano Calabro hanno rinvenuto anche la macchina utilizzata nell'incidente, ancora sporca del sangue della vittima, a seguito di una perquisizione effettuata presso il domicilio della persona indagata, priva completamente di polizza assicurativa e del fanale anteriore sinistro.

L'automezzo è stato sottoposto a sequestro penale in attesa di essere esaminato per i vari rilievi scientifici. Il trasgressore è stato arrestato con l'accusa di omicidio stradale aggravato e tradotto presso il carcere di Castrovillari, mentre la compagna e il fratello sono stati incolpati di omissione di soccorso.