La gioia per una nascita è stata drammaticamente cancellata da un terribile lutto. Tragedia ieri mattina all'ospedale 'San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona' di Salerno. Antonietta Corinto, neo mamma di 26 anni, si è tolta la vita lanciandosi da una finestra del sesto piano della struttura. Aveva appena terminato di allattare suo figlio, nato da qualche giorno. La giovane donna, probabilmente, è stata sopraffatta dalla depressione post partum.

Il gesto estremo

Antonietta Corinto, parrucchiera di Sapri, si trovava nell'ospedale 'San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona' di Salerno, dove venerdì scorso ha dato alla luce il suo primo figlio.

Con il marito Gerardo, che ha sposato due anni fa, avevano deciso di chiamarlo Vincenzo. Il bimbo, nato con parto cesareo, stava bene, e anche la mamma sembrava si trovasse in buone condizioni generali: entro qualche giorno sarebbe tornata a casa. Ieri mattina, la donna si è recata al sesto piano del reparto di neonatalità per allattare suo figlio. Poi, inspiegabilmente, ha aperto una finestra e si è lanciata nel vuoto, precipitando nel cortile interno dell'ospedale. Medici e infermieri, ora sotto shock come del resto i familiari, non hanno avuto nemmeno il tempo di fermarla. E' stata portata in rianimazione ma per lei non c'era più niente da fare. Il marito, che era andato a trovarla nella stanza condivisa con altre neo mamme, a distanza di qualche ora, l'ha trovata all'obitorio.

Un anno fa Antonietta aveva avuto un aborto spontaneo, al quinto mese di gravidanza, ma sembrava avesse superato il trauma.

Uno degli ultimi post, 'la vita ti mette a dura prova'

Potrebbe essere stata la depressione a scatenare il tragico gesto. Proprio venerdì, Antonietta aveva dedicato un post al figlio appena nato. Un breve scritto in cui esordiva dicendo che la vita, a volte, ti mette a dura prova.

Ma rivolgendosi al suo amato marito, è sembrata poi far posto solo alla felicità e alla gratitudine: "Oggi siamo diventati genitori, la vita ci ha premiato e i miracoli esistono. Benvenuto al mondo piccolo scricciolo di mamma e papà", ha scritto.

Inghiottita dal male oscuro

L'ultimo post pubblicato, nella notte prima del suicidio, racconta una storia inquietante.

Quella di una donna indiana che aveva come animale domestico un pitone di quattro metri a cui era molto affezionata. L'animale sembrava in buona salute finché smise di mangiare. Preoccupata, la donna lo portò dal veterinario che la mise in guardia. Il serpente non era malato: stava solo prendendo le misure, per prepararsi ad inghiottire la sua proprietaria. Sembra proprio che la neo mamma sia stata inghiottita dal male oscuro, inesorabile, come il serpente della storia, senza che nessuno sia riuscito a capire la minaccia. Forse la depressione post partum l'ha schiacciata, è subentrato un pensiero ossessivo, un senso di inadeguatezza, la paura di non essere in grado di prendersi cura del proprio bambino.

Gravidanza e puerperio sono momenti di grande criticità nella vita di una donna. Ma i segnali sono spesso sottovalutati, o non riconosciuti. Oltre alle fragilità psicologiche, ad alimentare sindromi depressive contribuiscono specifiche condizioni fisiche: bassi livelli di serotonina, il neurotrasmettitore che regola l’umore, ma anche la caduta a picco degli estrogeni nelle 48 ore dopo il parto, le fluttuazioni di altri ormoni quali tiroide, progesterone, il cortisolo e la prolattina. Secondo gli ultimi dati dell'Onda, l'Osservatorio nazionale per la salute della donna, una neo mamma su 10 in Italia soffre di depressione post partum nei primi tre mesi dalla nascita del figlio. Qualcosa come 50-100mila donne ogni anno.