Poteva essere una tragedia simile a quella di Alfredino Rampi: la morte del bimbo di Vermicino sconvolse l’Italia nel 1981: invece la prontezza di una madre e l’eroismo di un elettricista, che si trovava casualmente nei dintorni del luogo dell’incidente, hanno evitato il peggio. È successo a San Quirico d’Orcia nel senese: verso le 14 di domenica 24 giugno, una bambina di soli tre anni è caduta nel pozzo della sua abitazione, pozzo che era stato aperto per permettere ad una pompa di eliminare i ristagni d’acqua, dovuti alle abbondanti piogge degli ultimi giorni.

Per fortuna, il volo di sette metri della piccola è stato attutito dalla presenza di acqua per altri due metri di profondità: la mamma si è subito accorta dell’accaduto e si è immediatamente gettata nella cisterna nel disperato tentativo di non farla annegare, ma solo l’intervento di un passante ha evitato il peggio.

L’intervento dell’eroico elettricista

La bimba, terrorizzata nel buio di quel pozzo, si è aggrappata al collo della madre, che le teneva la testa fuori dall'acqua gelida e tentava di calmarla, facendole credere che fosse tutto un gioco. Nel frattempo il nonno è corso per strada alla ricerca di aiuto, visto che la figlia non era in grado di uscire da sola dalla cisterna: per sua fortuna, ha incontrato l’elettricista del paese, Luca Noli, che si stava recando nel suo garage, prima di riprendere il lavoro.

Così, mentre qualcuno chiamava i vigili del fuoco e il 118, l’uomo – forse memore di quello che era accaduto anni prima al piccolo Alfredino, morto dopo essere finito in un pozzo, anche per la lentezza dei soccorsi – ha capito come non ci fosse tempo da perdere, ha preso una cinghia dal suo camioncino, si è tolto le scarpe e si è calato per sette metri nella cisterna: “Non ci ho pensato nemmeno un secondo” ha poi spiegato ai compaesani al termine della brutta avventura.

Un gioco per tranquillizzare la bambina

Ma il salvataggio non è stato per nulla semplice, perché la bambina, davvero spaventata, inizialmente non ha permesso che il soccorritore la legasse ad una fune lanciata dall’alto. Solo un secondo tentativo è andato a buon fine: dato che la piccola non voleva staccarsi dalla madre, i due adulti, in quella situazione così estrema, hanno avuto la forza di fingere di iniziare un nuovo gioco per tranquillizzarla e riuscire ad annodare la corda.

Così, dopo 20 interminabili minuti la bimba è uscita dal pozzo, messa in salvo dal nonno ed altri vicini accorsi. A questo punto è stato il turno della mamma, la fune è stata calata una seconda volta e legata intorno alla donna dall’eroico elettricista, per permettere di tirarla su, al sicuro. Nel frattempo sono arrivati i soccorsi: carabinieri, i sanitari del 118 ed il pegaso dell’elisoccorso, oltre ai vigili del fuoco di Montalcino che hanno messo in salvo Noli. Alla fine solo tanto spavento: il controllo in ospedale ha evidenziato solo un forte stato di shock ed una leggera ipotermia per la piccola. Mentre l’eroe del paese non si è scomposto più di tanto: ha chiesto alla compagna un cambio d’abiti per togliersi i vestiti bagnati ed è subito tornato al lavoro, come se non fosse successo nulla.