Cristiano Ronaldo alla Juventus ha creato un enorme scalpore mediatico. In primis ovviamente nel mondo dello sport, sorpreso dall'affare portato a termine dalla società di Torino che ha nettamente migliorato la propria rosa con l'acquisto del calciatore più forte al mondo. Ma, visto le cifre del trasferimento, l'approdo di CR7 alla Juve ha fatto storcere il naso a diversi dipendenti FIAT, marchio automobilistico di FCA Italy.

Le proteste dei dipendenti dopo l'acquisto della Juventus

"Per Ronaldo 400 milioni. Agli operai solo calci nei co****ni", riporta uno dei tanti manifesti affissi sul muro dello stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco.

L'opera è stata creata dagli esponenti del Si Cobas e dai cinque ex operai della stessa fabbrica, licenziati al termine di una sentenza arriva in cassazione qualche settimana fa. E' stato proprio uno di questi ad aver indossato una t-shirt con una foto del manichino di Marchionne con la testa di Ronaldo con sopra la scritta '400 milioni presi dalle tasche degli operai? No grazie. La faccio finita'. Tutto ciò a confermare che l'investimento della Juventus non è andato giù a molti, specie coloro che hanno da poco visto recapitarsi una lettera di licenziamento.

Cristiano Ronaldo 'pagato dai lavoratori'?

Un altro cartellone appeso sul posto inoltre raffigurava la foto di Cristiano Ronaldo con la scritta 'siamo noi quelli che ti paghiamo'.

Insomma, chiaro che gli operai avrebbero preferito che l'azienda avesse ampliato il parco assunzioni, o quantomeno non licenziato nessuno di loro, piuttosto che spendere tale cifre per acquistare un calciatore, anche se il migliore al mondo come l'ex del Real Madrid. La protesta degli operai si va ad aggiungere alle riflessioni dei sindacati, promotori di un avanzamento commerciale con la finalità di produrre nuovi modelli auto così da garantire il futuro di tutte quelle persone che lavorano nelle varie fabbriche invece che arricchire un solo uomo.

Secondo l'unione sindacale di base, i vertici di Fiat hanno 'preferito il mondo del gioco a tutto il resto (e per tutto il resto si intende la sopravvivenza dei dipendenti)'.

La polemica è destinata a proseguire nelle prossime giornate, magari in altri stabilimenti diversi da quello di Pomigliano d'Arco. Si attende una risposta della società, che dovrebbe sentirsi in obbligo nel rispondere a tutti coloro che in queste ore stanno protestando.