Altri quattro giovani calciatori della squadra del Mu Pa Academy sono ritornati a vedere la luce del sole nelle ultime ore. È finalmente terminato per loro il calvario che andava avanti dal 23 giugno, quando 12 ragazzi, di un’età compresa tra i 12 e i 16 anni, si sono spinti, con il loro allenatore 25enne, all’interno delle grotte di Tham Luang nel nord della Thailandia, rimanendovi intrappolati. Una scelta imprudente, forse per una prova di coraggio, visto che l’ingresso alle cavità naturali è vietato in questi mesi, proprio per il pericolo di allagamenti dovuti alle forti piogge monsoniche.

Ma il piano di salvataggio predisposto dai soccorritori sta avendo successo, nonostante gli inevitabili ritardi dovuti alle pause per sostituire le bombole di ossigeno necessarie per la traversata.

Già messi in salvo otto ragazzi

E così, da quando domenica scorsa è partita questa fase finale delle operazioni, sono già otto i ragazzi messi in salvo. Mancano ancora altri quattro componenti della squadra dei “cinghialotti” ed il loro allenatore che, come promesso ai genitori dei suoi allievi, uscirà per ultimo per prendersi cura di tutti. Tuttavia i cinque ancora intrappolati non hanno passato la notte da soli: con loro sono rimasti alcuni sommozzatori ed un medico, per monitorarne costantemente lo stato di salute.

Nella giornata di lunedì il salvataggio è proceduto più speditamente del previsto, grazie all’esperienza maturata nelle prime traversate. Ad accompagnare i ragazzi verso l’esterno è una squadra internazionale, formata da 13 sub stranieri e da cinque provenienti dai Navy Seals thailandesi: tuttavia sono circa novanta gli uomini impiegati su tutto il percorso lungo circa quattro chilometri.

Entro poche ore potrebbero essere tutti liberi

La speranza è di riuscire a salvare tutti rapidamente, approfittando della momentanea tregua del maltempo e del fatto che le forti piogge delle ultime ore non hanno modificato il livello dell’acqua all’interno delle cavità sotterranee. Filtra ottimismo al campo base dei soccorritori: del resto dovrebbero essere rimasti solamente i ragazzi meno provati degli altri dai tanti giorni di permanenza al buio e senza cibo.

Quindi gli ultimi prigionieri delle grotte dovrebbero affrontare con meno difficoltà il lungo percorso da compiere insieme ai due sub assegnati a ciascuno, che comprende anche un chilometro di parti completamente sommerse, in cui è necessario muoversi in spazi angusti nuotando con le bombole di ossigeno nell’acqua melmosa. Il responsabile delle operazioni, il governatore Narongsak Osatanakorn, ha fatto sapere che gli otto ragazzi portati all’ospedale di Chiang Rai stanno già meglio: uno in particolare sarebbe molto vivace ed allegro.

Anche il primo piccolo calciatore estratto dalle cavità, che era sembrato particolarmente indebolito, starebbe pian piano riprendendosi, grazie alle cure dell’equipe di 30 medici a cui sono stati affidati i superstiti.

In molti tra i “cinghialotti” avrebbero espresso il desiderio di mangiare pollo fritto con curry e riso al basilico, ma dovranno attendere ancora qualche giorno per soddisfare questa loro voglia. Così come dovranno aspettare che non ci sia più pericolo di contrarre infezioni, prima di riabbracciare i genitori. Curiosamente le autorità hanno scelto di non comunicare i nomi dei giovani già salvi, fino al temine delle operazioni, per rispetto dei parenti di quelli ancora imprigionati, sollevando qualche malumore da parte dei familiari, già scossi dai tanti giorni di attesa.