Un argomento piuttosto forte e che, probabilmente, vi susciterà una certa rabbia. Purtroppo, però, quello dell'infibulazione è un fenomeno che, ancora oggi, si verifica fin troppo spesso nei Paesi africani ed è proprio quanto accaduto in Somalia nei giorni scorsi. Ma, nello specifico, è accaduta una tragedia: una bimba di appena dieci anni è morta proprio a causa della mutilazione genitale che le è stata effettuata all'interno di un ospedale del luogo. Nonostante il decesso della bambina, secondo quanto riferisce la versione online del Tgcom, il padre ha difeso tale pratica spiegando che si tratta di 'una tradizione del Paese'.

La piccola è morta a causa di un'emorragia

Secondo quanto si apprende dalle notizie di stampa che arrivano dalla Somalia, riportate in Italia dal Tgcom ed anche da altre testate, la piccola è morta a causa di un'emorragia che le è stata provocata durante la pratica dell'infibulazione che consiste nell'asportazione dei genitali esterni appena prima che venga raggiunta l'età dello sviluppo. Secondo la versione riportata da un'Organizzazione Non Governativa locale, la Galkayo education center for peace and development, la madre avrebbe accompagnato la figlia in ospedale per sottoporla al tradizionale 'rito', ma qualcosa nel corso del processo è andato evidentemente storto e ha causato il decesso della bambina.

Incredibile la dichiarazione del padre, rilasciata a Voice of America. L'uomo ha difeso la pratica, definendola "una tradizione". Secondo le informazioni in possesso della direttrice della Ong in questione, durante l'intervento operatorio alla bimba potrebbe essere stata recisa una vena che le avrebbe provocato l'emorragia che si è poi rivelata fatale.

Infibulazione proibita, ma ancora diffusa nel Corno d'Africa

Quello dell'infibulazione sulla giovani ragazze africane è un rituale ancora piuttosto diffuso e, addirittura, secondo le Nazioni Unite, il 98% delle ragazze residenti nel Corno d'Africa vengono sottoposte alla mutilazione. Nonostante ci sia il divieto da parte della legge nel compiere tali pratiche, non esistono norme che garantiscano pene severe ai trasgressori e questo perché, secondo la direttrice della Ong, Hawa Aden Mohamed, i governi sono riluttanti ad intervenire da questo punto di vista per paura di perdere il sostegno di gruppi conservatori religiosi e tradizionalisti che si oppongono con forza al divieto dell'utilizzo della pratica dell'infibulazione.

Nel frattempo, però, sempre più giovani perdono la vita e, probabilmente, continueranno a farlo attorniate dal silenzio e per colpa di una tradizione ancestrale, ma purtroppo ancora tanto diffusa nei Paesi africani.