Quella di cui si sta per parlare è un'altra di quelle notizie di cui non si vorrebbe mai venire a conoscenza ma che purtroppo, sempre più frequentemente, si verificano nel nostro Paese. A Palermo, infatti, in via Sferracavallo, nella tarda serata di martedì 21 agosto si è consumato un terribile omicidio: Piero Billitteri, un sessantenne palermitano, ha ucciso il suo vicino di casa a colpi di pistola, il quarantatreenne Cosimo D'Aleo. Dopo una fuga di ben tre ore, l'uomo è stato arrestato dagli agenti della squadra mobile all'interno di un magazzino della Marinella e, a quel punto, si è trovato costretto a confessare, ma cercando di giustificarsi spiegando che il suo vicino faceva il barbecue e 'impuzzava il suo terrazzo col fumo'.

Omicidio a Palermo: in via Sferracavallo perde la vita un 43enne per un barbecue

Secondo quanto si legge sul quotidiano La Repubblica, infatti, la vittima del tremendo omicidio abitava al piano terra di una palazzina in via Sferracavallo, mentre il suo omicida era residente al primo piano. E sarebbe stato proprio il fumo proveniente dall'appartamento di sotto a provocare la lite e il terribile epilogo. Intorno alle 20, infatti, mentre Cosimo stava facendo il barbecue, sono cominciate a volare parole grosse e urla. Dopodiché il sessantenne, accecato dalla rabbia, è sceso giù armato di una pistola di piccolo calibro e ha sparato contro l'uomo due colpi. La vittima è morta praticamente all'istanza davanti agli occhi dei suoi familiari, mentre l'assassino tornava all'interno del suo appartamento, probabilmente per recuperare qualcosa.

Poi la corsa, passando di fronte al cadavere di Cosimo e fuggendo con la sua automobile.

I due litigavano da mesi

Poco prima della mezzanotte, però, la Ford Fiesta è stata ritrovata in via Verne e le forze dell'ordine hanno potuto rintracciare anche l'uomo che si trovava all'interno di un magazzino. Gli agenti non hanno potuto fare altro che arrestare l'uomo che adesso è accusato di omicidio.

Stando a quanto trapelato, pare che i due vicini di casa continuavano a litigare oramai da diversi mesi e sempre per qualche motivo banale: la televisione tenuta ad un volume troppo alto, la biancheria stesa che dava fastidio, l'auto parcheggiata male e, per ultimo, il fumo del barbecue. Dopo l'omicidio in quel di Palermo, l'uomo ha cercato di difendersi spiegando che erano continue le angherie che si ritrovava a subire dal proprio vicino.