Sono almeno 29 le vittime dell'attacco armato contro una parata militare verificatosi nella mattina di sabato nella città di Ahvaz, provincia iraniana del Khuzestan, molto vicino al confine con l'Iraq. Tra di esse, almeno 8 membri del corpo d'elite dei Guardiani della Rivoluzione. La parata militare, nel corso della quale quattro uomini in divisa hanno cominciato a sparare sui soldati, si teneva in memoria della guerra tra Iran e Iraq, che iniziò nel 1980 e, in 8 anni, causò centinaia di migliaia di morti. Alla fine, tra morti e feriti si sono contati anche civili, nonostante il principale obiettivo dei terroristi (due dei quali sono stati a loro volta uccisi) fossero appunto i soldati e, soprattutto, gli alti ufficiali e le autorità religiose presenti sulle tribune.

Iran, due rivendicazioni per l'attacco armato

La prima rivendicazione dell'attacco armato, in cui tra l'altro avrebbero perso la vita alcuni giornalisti ed una bimba di appena 4 anni, è venuta dal gruppo Al-Ahvaz, già conosciuto in Iran, che combatte per i diritti della minoranza araba nella provincia del Khuzestan e porta avanti un progetto secessionista nell'area. Si tratta, è bene ricordarlo, di una regione di confine tra Iran e Iraq, abitata da diversi milioni di arabi Ahwazi e ricca di petrolio, dunque di rilevante importanza economica. L'Iran ritiene che uno dei principali sostenitori di Al-Ahvaz sia l'Arabia Saudita, sua eterna rivale nel complicato scacchiere mediorientale. C'è stata però una rivendicazione, arrivata poco dopo, anche da parte dell'Isis.

Iran, la reazione non si farà attendere

Entrambe le rivendicazioni appaiono plausibili, dato che tanto l'Isis quanto Al-Ahvaz hanno operato in passato in Iran: lo scorso anno, a Teheran, l'Isis provocò la morte di 18 persone durante un assalto al Parlamento e al mausoleo di Khomeini, mentre Al-Ahvaz ha compiuto nella provincia del Khuzestan molti sabotaggi e, nel 2005, alcuni attacchi dinamitardi.

Nelle reazioni dei politici iraniani, comunque, si dà per certa la mano straniera dietro l'armamento e addestramento dei terroristi che hanno colpito ad Ahvaz: il ministro degli Esteri Zarif, alludendo ad un 'regime straniero', parla con tutta probabilità dell'Arabia Saudita e promette una risposta rapida e decisa 'in difesa degli iraniani'.

L'Iran, impegnata a difendere e consolidare la propria posizione in un Medio Oriente reso altamente instabile dall'infinita guerra siriana e dall'incerto scenario post elettorale iracheno, non può certo permettersi di mostrare segni di debolezza al proprio interno.