Il buonismo ora si applica anche alla toponomastica: un giornalista de Il Giornale che ha preso un taxi per raggiungere la sede del quotidiano, insieme all'ignaro taxista, ha scoperto che un navigatore Gps non riconosce la strada milanese denominata "via Gaetano Negri" (sede del quotidiano) in quanto il cognome dello scrittore vui la via è dedicata viene riconosciuto come termine razzista.

Navigatore smartphone censura il termine "Negri"

L'episodio è accaduto ieri quando Francesco Maria Del Vigo, giornalista de Il Giornale, quotidiano che ha storicamente sede in via Gaetano Negri 4 a Milano, ha chiesto a un tassista - probabilmente alle prime armi - di raggiungere la sede del quotidiano.

L'autista, non sapendo dove si trovasse la strada, si è rivolto alla tecnologia e ha utilizzato il sistema di navigazione Gps installato sul suo smartphone, che permette di cercare e trovare una strada semplicemente pronunciando il nome della via. Il conducente ha quindi pronunciato "Via Gaetani Negri", ma subito dopo si è rivolto al passeggero: "Non mi da l'itinerario perché contiene una parolaccia: 'Negri'". In pratica, il software Gps è programmato per rifiutare parolacce, termini offensivi o razzisti. Questo vuol dire che chiunque faccia di cognome "Negri", nel prossimo futuro, potrebbe avere qualche problema, come per l'appunto nel caso si debba cercare "Gaetano Negri", scrittore e senatore del Regno d'Italia, che già da ora non si può nemmeno nominare.

Il navigatore ha dunque scambiato il nome di un personaggio storico importante del nostro Paese per il termine dispregiativo con cui vengono appellati le persone di origine africana. Il giornalista, che ha raccontato la sua disavventura sulle colonne del Giornale, è poi riuscito ad arrivare al lavoro spiegando al tassista dove più o meno si trovava l'indirizzo, "Via Negri è vicino a piazza Affari" facendo poi dell'ironia anche sul nome della piazza della borsa: "ammesso che gli affari non siano troppo affari...

politicamente scorretti e turbino la sensibilità del navigatore".

Episodio riportato direttamente dall'interessato su Il Giornale

Effettivamente la censura del termine anche riguardo alla toponomastica è eccessiva, il tassista è riuscito comunque ad arrivare a destinazione grazie all'inserimento manuale dell'indirizzo sull'applicazione.

"Vaglielo a spiegare al direttore che la colpa è del gps boldriniano" scrive Del Vigo, che conclude il pezzo sperando che l'articolo, nella sua versione online, non gli venga censurato per razzismo, asserendo che dietro ogni intelligenza artificiale in realtà si cela un "cretino reale".