Una tragedia inaspettata si è consumata lunedì scorso a Castellaneta Marina, nel tarantino. Un giovane richiedente asilo di soli 22 anni, Amadou Jawo, questo il suo nome, l'ha fatta finita, impiccandosi ad una trave sul cornicione della sua abitazione. Il ragazzo aveva ricevuto la notizia che la sua domanda di asilo politico non poteva essere accettata, e doveva tornare nella sua terra natale, il Gambia, nell'Africa Occidentale.

Per due anni il ragazzo ha vissuto a Lecce

Secondo quanto si apprende da fonti del Viminale, Amadou per circa due anni ha vissuto a Lecce.

Solo negli ultimi tempi si era spostato nel tarantino. Quella del 22enne è una storia lunga. Il permesso di soggiorno, di cui era regolarmente dotato, scadeva il prossimo anno, nel marzo del 2019. Purtroppo, nonostante avesse richiesto lo status di rifugiato politico, la sua domanda era stata respinta sin da subito, già nel 2016. Il giovane non si è comunque arresto. Dopo il primo rifiuto, partì il ricorso.

Secondo quanto riportato dall'agenzia Adnkronos, i giudici si erano riservati di decidere solo il 12 ottobre scorso. Nuovamente la domanda di asilo politico non è stata accolta. A questo punto, preso dalla disperazione, il gambiano non ci ha visto più. Colpito probabilmente anche da un forte stato di depressione, per via di quanto accaduto negli ultimi tempi, ha deciso di impiccarsi al cornicione della sua casa.

Il suo corpo è stato notato penzolante dai connazionali con cui viveva. Gli stessi hanno spiegato ai Carabinieri della locale stazione, giunti sul posto dopo il fatto di cronaca, che ormai da diversi tempo vedevano il compagno in preda all'angoscia. Il ragazzo, secondo le dichiarazioni dell'associazione Babele, voleva comunque tornare in Africa ma temeva, una volta giunto nel suo Paese, che i suoi connazionali lo additassero come un fallito.

Nelle scorse ore è scattata una gara di solidarietà in tutta la Puglia, lanciata dalla stessa Babele, con cui raccogliere il denaro sufficiente a trasferire la salma in Africa: ci vogliono infatti circa 5.000 euro. Nelle ultime ore però è arrivata la novità: la Regione Puglia intende sostenere interamente le spese per il rimpatrio di Amadou.

I soldi raccolti andranno alla famiglia

A informare di quanto su detto è stata qualche ora fa la stessa associazione a mezzo social, che nel frattempo aveva già cominciato la raccolta fondi. "Realizziamo insieme il suo ultimo sogno", aveva scritto in un precedente post l'associazione, riferendosi proprio alla donazione utile per riportare in patria il 22enne. Inoltre chi ha versato la somma di denaro e volesse in qualche modo la restituzione dello stesso, dalla Babele si dicono disponibili a effettuare il relativo rimborso. L'eventuale somma extra raccolta finirà alla famiglia o al villaggio del ragazzo.