Rapporti sessuali con alunni minorenni come se fosse la cosa più normale di questo mondo. Le cronache d'oltreoceano, nel giro di una sola settimana, hanno riportato diverse notizie di educatrici finite alla sbarra con accuse di violenza sessuale su minore e rapporto improprio tra insegnante e studente. L'ultimo caso si è verificato in Florida dove Stephanie Peterson, arrestata a febbraio, è stata dichiarata colpevole ed ora è in attesa della sentenza che potrebbe variare fra i 5 e i 10 anni di carcere.

La donna, in un primo momento, aveva affermato d'essersi innamorata del 14enne con cui aveva intrattenuto dei rapporti intimi, ma nel corso dell'udienza tenutasi in questi giorni ha ammesso le sue responsabilità, aggiungendo anche di assumere regolarmente degli psicofarmaci.

Insegnante "molesta": la vicenda

L'ormai ex docente della scuola di New Smyrna Beach avrebbe consumato rapporti sessuali con un alunno di 14 anni nella sua auto, in casa, e persino in un granaio nei pressi dell'abitazione dello studente: la relazione sarebbe andata avanti per circa tre mesi. La frequentazione tra i due sarebbe iniziata nel novembre 2017 e sarebbe proseguita fino al gennaio 2018, quando la mamma dell'allievo ha scoperto tutto.

La donna, infatti, avrebbe scoperto i messaggi che il figlio e l'insegnante si inviavano tramite Snapchat, contenenti non solo delle conversazioni inequivocabili, ma anche delle foto allusive - se non addirittura esplicite - che la 27enne (piuttosto somigliante a Demi Moore) avrebbe inviato tra un appuntamento e l'altro.

Quando l'insegnante ha capito di essere stata scoperta, ha cercato di parlare con la mamma dello studente nella speranza che non si rivolgesse alla polizia, e ha chiesto al minorenne di cancellare tutti i messaggi e di spiegare alla madre che era innamorata di lui. Tutto ciò, però, non è bastato ad impedirle di essere arrestata a febbraio.

Martedì scorso si è tenuta l'udienza, al termine della quale la docente di scienze è stata dichiarata colpevole.

Prove schiaccianti

Comparsa di fronte al giudice Raul Zambrano martedì scorso, è stata messa di fronte a prove schiaccianti. La donna ha ammesso le sue responsabilità mostrandosi fredda, senza manifestare emozioni o un pentimento, e dichiarandosi colpevole.

Due i capi d'imputazione a lei addebitati: rapporti sessuali con un minorenne e l'utilizzo di dispositivi elettronici per inviare del materiale potenzialmente nocivo per un 14enne. Alla presenza del giudice, la donna ha anche ammesso di fare uso di psicofarmaci.

D'accordo con il suo legale, William Hathaway, ha intrapreso la via del patteggiamento della pena di fronte a evidenze incontrovertibili. I reati da lei commessi sono punibili fino a 15 anni di carcere, ma la difesa punta a farle avere non più di 5 anni di detenzione.

Ora l'ex insegnante è in attesa della sentenza, e con lei la famiglia del ragazzino e l'opinione pubblica statunitense che ha seguito il caso: l'imputata rischierebbe fino a 10 anni di carcere.

Nel frattempo è stata allontanata dall'istituto in cui lavorava e non potrà insegnare in altre scuole. Al termine dell'udienza - alla quale non era presente la vittima ma alcuni dei suoi familiari - Stephanie Peterson si è rifiutata di rilasciare dichiarazioni alla stampa. La 27enne, secondo quanto previsto dalla legge statunitense, a breve verrà anche inserita nel registro dei "sex offender", una pena che prevede ulteriori limitazioni nella vita privata e professionale di chi si macchia di reati a sfondo sessuale.

Molestie sessuali al femminile: altri casi

Proprio in questi giorni, la stampa americana ha dato notizia di altri due casi di abusi sessuali verso alunni da parte di insegnanti donne.

Il primo è quello della 23enne Erica Dinora Gomez, docente di matematica presso la Bowie High School di Austin,Texas, che deve rispondere di violenza sessuale su minore e rischia fino a 20 anni di carcere. Attualmente è detenuta alla Travis County con una cauzione di 75mila dollari. Anche in questo caso, la torbida vicenda è stata scoperta dalla madre del ragazzino controllando il suo cellulare.

L'altro episodio si è verificato nello Stato della Louisiana, dove lunedì scorso è stata arrestata Constance Robertson con l'accusa di atti sessuali su minore. La donna, che lavorava come supplente in una scuola, ha ammesso di aver avuto un rapporto intimo con un allievo. Dinanzi agli inquirenti ha provato a giustificarsi, dicendo che credeva che il ragazzo fosse maggiorenne.