Sena Halilovic, meglio nota con il soprannome di Raselma, è un pezzo grosso (probabilmente la più potente) del clan matriarcale rom dei Korakhanè, originari del Kosovo e musulmani. Una donna molto ricca e produttiva, sebbene illegalmente, che si è spacciata per una squattrinata e bisognosa di aiuti da parte dello Stato per poter vivere, nonostante possedesse un patrimonio del valore di milioni di euro. Raselma era stata già catturata nell'aprile del 2017 dalla polizia spagnola, era a Girona per mettere a segno un colpo con la figlia, ma un volta scarcerata era svanita nel nulla.

Fino a ieri.

Torino, rom milionaria incassava soldi dal Comune

Raselma inganna il Comune di Torino presentandosi come una povera donna nullatenente e portando via alle casse pubbliche assegni famigliari fino a 70mila euro. Stava facendo la bella vita, anche a spese del Comune di Torino, e di quelle persone lì residenti davvero bisognose. Gli assegni famigliari ricevuti pare che effettivamente siano stati condivisi anche con parte della sua famiglia, almeno 22 persone.

Tra l'altro sembra che facciano parte del suo stesso clan anche i tre giovanissimi ragazzi che nel 2015 investirono nove persone a Roma, e anche il rom che il 10 maggio 2017 violentò due ragazze minorenni romane in un boschetto del quartiere del Collatino.

La donna possedeva un castello, 400 auto di lusso (che avrebbe dato come regalo di nozze al suo ultimo marito, un hotel, ville con vasche idromassaggio e piscine, una casa bunker in Bosnia Erzegovina (precisamente a Mostar), ma anche un terreno sulle colline astigiane. Un patrimonio accumulato con furti di metalli ferrosi e rame, truffe e traffico di auto che, rubate in Italia, venivano rivendute nei Paesi dell'est.

Alla domanda del giornalista "da dove arrivavano quei soldi?", ha risposto sorridendo: "I soldi? Di giù, li trovavo per terra, dalle spazzature".

Gli Spada di Roma

E' notizia del mese scorso, sempre per restare in tema rom, che a Roma è stato parzialmente smantellato il clan romano degli Spada, un'altra famiglia rom notoriamente dedita al malaffare.

Agli Spada è stata sequestrata la villa di "Romoletto", considerato il capo clan, un immobile dal valore di 800mila euro e anche la villa di Ottavio Spada (valore 450mila euro) e di Roberto Spada (sotto processo per l'aggressione al giornalista Rai). Dagli accertamenti dalla GdF, anche in questo caso, è stato riscontrato che i vertici della famiglia Spada avessero un tenore di vita non coerente rispetto ai redditi dichiarati.