Prima l'incidente, poi il suicidio. Ora, però, le indagini ipotizzano l'omicidio volontario. La 'svolta' è arrivata a due anni di distanza dalla morte di Alessandro Elisei, annegato a 11 anni in un canale di Maccarese, località tra Fiumicino e Roma. Non solo si è aperta un'inchiesta bis per omicidio volontario scongiurando il rischio dell'archiviazione, ma gli inquirenti stanno cercando la 'prova': un video fatto da un coetaneo che avrebbe filmato Alessandro spinto nel canale da qualche 'amichetto', diffuso su Whatsapp e Youtube.

Alessandro Elisei, processo bis per omicidio volontario

Dopo il ritrovamento del corpo del piccolo Alessandro sul fondo di un canale di Maccarese il 3 ottobre 2016 e due anni di indagini, il pm che si occupava del caso aveva chiesto l'archiviazione. Gli inquirenti avevano battuto diverse piste senza però arrivare ad alcuna conclusione significativa.

In un primo momento si era ipotizzato che si fosse trattato di un tragico incidente, quindi si era presa in considerazione la possibilità di un suicidio, sempre fermamente esclusa dalla mamma del bambino, Simona Righetti. Ma proprio grazie alla perseveranza e alle pressioni dei genitori, tramite l'avvocato Andrea Rossi, il gip del tribunale di Civitavecchia ha respinto la richiesta di archiviazione del pm accogliendo le ragioni dei familiari.

Ora, dunque, si indaga per omicidio volontario. L'ulteriore svolta sta però nel fatto che si cerca un video choc in cui si vedrebbero coetanei di Alessandro che lo spingono in acqua e la morte del bambino.

Video choc, la svolta nelle indagini

A far emergere l'esistenza del video che potrebbe inchiodare dei responsabili, ovviamente minorenni, è stata l'audizione protetta dei compagni di classe di Alessandro.

In particolare una ragazzina sua compagna di classe ha fatto una rivelazione clamorosa: agli inquirenti ha raccontato che Alessandro sarebbe stato ripreso dai compagni mentre moriva. Qualcuno l'avrebbe spinto in acqua. Qualcun altro, si sarebbe divertito a filmarlo mentre nel canale di Maccarese chiedeva aiuto sbracciandosi invano.

Questo video sarebbe stato condiviso su Whatsapp e caricato su Youtube.

In seguito, il fratello maggiore del ragazzino che avrebbe fatto il video l'avrebbe rimosso dalla chat e dal Web capendo la gravità di ciò che era accaduto. Il gip ha dato disposizione agli inquirenti di ascoltare ancora i ragazzini coinvolti nella vicenda per arrivare alla verità. Per ora non c'è alcun iscritto nel registro degli indagati. Il pm ha chiesto poi alla polizia postale l'acquisizione del video pubblicato su Youtube che richiede procedure complesse anche tramite una rogatoria internazionale per risalire ai server.

Alessandro Elisei, cosa si sa di quel 3 ottobre 2016

Quel 3 ottobre 2016 Alessandro, che frequentava la prima media, era andato a scuola.

Al termine delle lezioni, era andato a mangiare a casa della nonna materna. Dopo pranzo era uscito per giocare con gli amici come spesso faceva. In un paese alle porte di Roma, non è strano che i bambini escano da soli per intrattenersi all'aperto in campagna.

La nonna però, non vedendolo rientrare, si era preoccupata e aveva dato l'allarme. Subito erano partite le ricerche e nel giro di poco era stato trovato il corpo senza vita di Alessandro. A scoprirlo, un poliziotto che si gettò nelle gelide acque del canale di via Campo Salino nel tentativo di salvarlo. Ma il bambino era già morto per annegamento come rivelò l'autopsia. Alessandro era un bambino sensibile, a scuola era seguito da insegnanti di sostegno, ma come sottolineato in una lettera aperta che la mamma ha scritto ai giornali, non si sarebbe mai suicidato.