La devozione è un "affare" personale. È proprio il caso di dirlo, parlando della singolare vicenda che vede coinvolta una coppia di suore cattoliche americane. Di Los Angeles, per la precisione. Le pie donne, amiche e colleghe, devote, a quanto pare, del "dio denaro", si chiamano Mary Kreuper e Lana Chang, preside da un trentennio la prima, insegnante nello stesso istituto da vent'anni la seconda.
L'istituto scolastico è la St James' Catholic School, teatro da circa dieci anni di sottrazioni furtive di somme di denaro destinate al gioco d'azzardo.
Settimo comandamento: non rubare!
Probabilmente spacciavano certi dogmi per sincere convinzioni, somministrando ai loro inconsapevoli studenti degli insegnamenti in cui non credevano più di tanto. Almeno per quanto riguarda i princìpi più "banali", come il fatto che appropriarsi del denaro altrui sarebbe sconveniente, soprattutto in virtù della dottrina che predica il loro stesso abito. Eppure le abili giocatrici d'azzardo avrebbero confessato - dopo essere state smascherate - di aver sottratto, per una decina d'anni, circa mezzo milione di dollari dalle casse della scuola in cui prestavano servizio, ammettendo di avere poi investito il denaro in ripetute puntatine al casinò di Las Vegas.
Corsi e rimorsi
Degna di una sceneggiatura di Hollywood, la storia della coppia di religiose è tutt'altro che inventata. Sono state le stesse protagoniste, infatti, probabilmente schiacciate dal peso del rimorso, a rivelare quanto sono riuscite a sottrarre dal conto scolastico in cui venivano versate rette e donazioni. Tra un corso e l'altro, tra una lezione ed una preghiera, le abilissime religiose prelevavano i soldi e li trasferivano altrove.
A fermarle è stato un prodigioso controllo di routine da cui è emerso il notevole ammanco, apparentemente inspiegabile. A questo punto, le due suore, messe alle strette, hanno dovuto cedere ed ammettere le proprie responsabilità, dapprima all'ordine religioso a cui appartengono - Sisters of St Joseph of Carondelet - poi di fronte alla polizia, a cui hanno espresso "profondo rimorso" e pentimento.
Il perdono non si è fatto attendere, giacché la grottesca vicenda è stata denunciata alla polizia del Nevada ma non è stata formalizzata alcuna accusa a loro carico, perché le religiose hanno confessato di essersi macchiate dell'appropriazione indebita, collaborando alle indagini.