Non capita a tutte le persone sottoposte a intervento chirurgico al cervello di suonare uno strumento musicale in sala operatoria: è il caso però di Musa Manzini, bassista jazz sudafricano, che è stato operato qualche giorno fa all'ospedale di Città del Capo, in Sudafrica, a causa di un tumore al cervello.

L'intervento

L'intervento prevedeva che i chirurghi toccassero delle aree molto importanti del sistema nervoso: per assicurarsi di non commettere errori durante l’operazione, eseguita in anestesia locale, i medici hanno chiesto al musicista di suonare una chitarra acustica.

Così facendo, i medici che hanno operato, vedendo Manzini che continuava a suonare, hanno avuto la conferma che tutto stesse procedendo per il meglio.

I dottori che hanno curato il signor Manzini erano preoccupati per la funzione motoria della sua mano sinistra. E il Dr. Rohen Harrichandparsad, che fa parte del team che ha operato il musicista, ha detto: ''Dovevamo assicurarci che qualsiasi percorso che stava usando per la musica fosse preservato''. Sarebbe stato impossibile, infatti, fare questo con il paziente addormentato.

Il racconto del musicista

Usando piccoli elettrodi, i chirurghi hanno stimolato alcune zone della corteccia di Manzini, e hanno testato quali aree fossero funzionanti, in un processo che prende il nome di mappatura corticale.

''La mano si muoveva automaticamente da sola'', ricorda il musicista in un'intervista telefonica. ''È stato molto divertente e strano''.

Successivamente, i dottori hanno consegnato al signor Manzini una chitarra e gli hanno chiesto di suonare mentre rimuovevano il tumore, assicurandosi di non asportare nessun tessuto critico.

È stato difficile concentrarsi per il paziente, con quella che sembrava una ''fiamma ossidrica'' ​​nella sua testa. ''Non ho sentito alcun dolore'', ha detto il signor Manzini. ''È come restare tra l'essere morti e l'essere vivi''.

Altri casi simili

Musa Manzini non è comunque il primo musicista che si è esibito durante un intervento chirurgico simile.

Nel 2014, un tenore dell'Opera nazionale olandese, Ambroz Bajec-Lapajne, ha cantato la Gute Nacht di Schubert mentre i medici rimuovevano un tumore. E, nel 2015, il sassofonista Carlos Aguilera ha letto musica e persino recitato durante un'operazione in Spagna. Ed è curioso anche il caso di un adolescente di Washington, Kira Iaconetti, affetto da una rara forma di epilessia, al quale è stato chiesto di cantare durante l'intervento.

La tecnica dell'intervento usata nel caso di Manzini è conosciuta come 'craniotomia sveglia', e consente ai medici di operare nella zona del cervello del lobo frontale destro, in cui era localizzato il tumore, senza causare danni. Nel tempo è diventata una procedura abbastanza comune nel campo della chirurgia cerebrale.

In questo contesto la scelta dei pazienti è fondamentale: le persone che tossiscono, per esempio, o che non possono rimanere distese per lunghi periodi, sono soggetti rischiosi per questo tipo di intervento.