Il Vesuvio prima o poi erutterà e quando accadrà l'esplosione sarà di enorme potenza. La notizia in verità non è nuova: al contrario, si sa almeno da duemila anni quanto possa essere pericoloso e devastante il vulcano di Napoli quando si desta e si mette 'al lavoro'.

Ora però, a dispetto dello stuolo di eccellenti esperti italiani che ogni giorno monitorano 'lo sterminator Vesevo" come lo definì il poeta Giacomo Leopardi, è voluto intervenire nel dibattito sempre aperto un vulcanologo statunitense della New York University che sostiene che l'eruzione sarà violentissima.

Ma per i tecnici, non sarà improvvisa, ci saranno più segni d'avvvertimento diluiti nel tempo. La Protezione civile, dal canto suo, ha già allo studio un piano di evacuazione.

Vesuvio, il piano di evacuazione della Protezione Civile

Dormiente o quiescente che dir si voglia, presto o tardi il Vesuvio, considerato il vulcano più pericoloso d'Europa, cesserà il suo 'dinamico riposo', si sveglierà e farà il gran botto. Alle pendici del monte, nella zona rossa, ci sono 18 comuni a rischio a cominciare da Pompei. Proprio ieri presso il comune si è tenuta una prima riunione che ha coinvolto rappresentanti dell'amministrazione, della Regione Campania e delegati della Protezione Civile della Sardegna. Già perché il piano prevede che i 25mila abitanti di Pompei via mare saranno trasferiti dal porto di Salerno in Sardegna, probabilmente approdo a Cagliari, per mezzo di imbarcazioni coordinate proprio dalla protezione civile sarda.

Ma ci sono non pochi aspetti organizzativi e operativi, di cui si è cominciato a discutere, da risolvere. Sarà innanzitutto indispensabile censire proprio i 25mila abitanti per valutare condizione e disponibilità alla 'migrazione' insulare. Oltre a Pompei, ci sono gli altri comuni a rischio per i quali sono allo studio destinazioni in diverse regioni italiane.

A inizio mese, c'è stata apprensione per un picco di scosse rilevate dai sismografi, ma l'Osservatorio vesuviano ha rassicurato i cittadini invitando a non cedere all'allarmismo propagato via social: sono movimenti che si ripropongono periodicamente, rientrano nella normale attività del vulcano che attualmente è in un livello di allerta 'base', come precisato dalla direttrice Francesca Bianco.

Il sorvegliato speciale 'sonnecchia' dal 1944

L'ultima esplosione del Vesuvio, il grande 'sorvegliato speciale', risale a 74 anni fa: avvenne infatti nel 1944 durante la Seconda guerra monddiale e provocò 26 morti. Inutile dirlo che l'eruzione nota in tutto il mondo è quella del 79 d.C., forse la più celebre, trattandosi di uno degli eventi naturali più catastrofici di tutti i tempi che provocò la distruzione di Ercolano, Pompei e Stabia.

In quella circostanza, il Vesuvio che allora non era considerato dalle popolazioni un vulcano attivo, dopo circa otto secoli di inoperosità, cominciò ad eruttare: al magma in risalita, fece seguito l'esplosione di gas, ceneri, pomici e frammenti litici che si sollevarono fino a un’altezza di circa trenta chilometri per poi seppellire le città circostanti.

Il numero delle vittime resta imprecisato, ma si stima che morirono, tra uomini, donne e bambini, almeno 2mila persone. Quella stessa area oggi è densamente popolata soprattutto alle pendici del Vesuvio urbanizzate in maniera scriteriata in un'epoca in cui, a differenza di duemila anni fa, ben si conosceva il pericolo del vulcano.

Ora per Pompei deve essere redatto l'accordo: una volta pronto il il piano, partiranno riunioni successive per verifiche e simulazioni da fare sul territorio. Gli esperti però rassicurano: per il momento il sorvegliato speciale 'dorme',tant'è che è accessibile la visita turistica al cratere.