La Dda di Firenze, dopo le indagini effettuate insieme alla squadra mobile d Prato, ha eseguito ieri quattro ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 4 donne nigeriane, accusate a vario titolo di traffico di esseri umani e di riduzione in schiavitù. Secondo quanto riportato dai media nazionali, pare che il sodalizio criminale operasse tra Prato, Calenzano e Sesto Fiorentino. Qui le vittime, una volta arrivate dall'Africa, venivano costrette a prostituirsi.

Ragazze obbligate a lasciare la loro terra natia

Le indagini della Dda del capoluogo toscano, avviate nel 2016, insieme ai colleghi di Prato, ha portato alla luce una fitta rete di intrecci internazionali.

Il modus operandi del gruppo era il seguente: le donne venivano letteralmente deportate, contro la loro volontà, in Europa, e quindi nel nostro Paese. Una volta arrivate a destinazione, le stesse venivano costrette a prostituirsi. Già qualche tempo fa, ricordavamo come questo problema sia diffuso in tutta la penisola. In questo senso, grandi sono gli interessi della mafia nigeriana, che sfrutta le tratte di esseri umani per i suoi affari, tra i quali si inserisce anche il traffico di organi. Un fenomeno, questo, che assume tratti sempre più inquietanti. Le persone deportate, come riferisce il quotidiano La Nazione, attraversano il deserto, per poi andare in Libia e da qui, via mare, in Italia.

Le ordinanze di custodia cautelare portano la firma del gip Gianluca Mancuso.

Vittime sottoposte a riti voodoo

Prima di partire verso le nostre coste, le vittime, come fa sapere Controradio, venivano sottoposte a rituali esoterici voodoo, un'altra modalità con la quale opera la criminalità organizzata nigeriana. Quando le donne non rispettavano i patti, erano sottoposte a violenze fisiche.

Quando gli agenti sono entrati nell'abitazione, ieri mattina, gli indagati erano in casa. Insieme a loro anche i loro figli, tutti minorenni, i quali, al momento, sono stati affidati ai servizi sociali. Molte delle donne cadute vittima di questo losco traffico non hanno neanche raggiunto la maggiore età. Dietro le sbarre è finita anche la cosiddetta 'maman' del sodalizio criminale, ovvero colei che gestiva di fatti l'attività illecita a cui le ragazze erano sottoposte. Altre due complici della stessa donna sono state arrestate, mentre per una di loro, che vive in Inghilterra, è stato emesso un mandato di cattura internazionale.