Fino a sabato scorso, il 19enne Manuel Bortuzzo era un ragazzo tutto casa, o meglio alloggiava alla foresteria del Centro Sportivo delle Fiamme Gialle di Ostia, e piscina. Uno capace di stare ore in vasca per percorrere 19 chilometri al giorno, da vera promessa nel mezzofondo del nuoto azzurro con in testa il sogno dei mondiali. Ora è ricoverato all'ospedale San Camillo di Roma ed è tenuto in coma farmacologico. Le sue condizioni migliorano, ma al risveglio dovrà sopportare una verità atroce: non potrà mai più camminare. Il durissimo verdetto è arrivato oggi dopo la Tac.
I tre proiettili che lo hanno raggiunto, hanno provocato una lesione midollare completa. Il ragazzo, originario di Treviso, è stato colpito sabato sera mentre era con la fidanzata davanti un bar di piazza Eschilo, nella zona Axa, tra la Cristoforo Colombo e la via del Mare, forse per un errore di persona. Le indagini sono in corso.
Manuel Bortuzzo, duro verdetto dopo la Tac
ll professore Alberto Delitala, direttore del Dipartimento di Neuroscienze del San Camillo di Roma che lo ha operato, ha dato la notizia che nessuno avrebbe voluto mai ascoltare: sebbene grazie alle moderne tecniche operatorie sia stata eseguita la decompressione del midollo, la lesione midollare provocata dalle ferite da sparo è completa.
Un proiettile aveva perforato un polmone e si era fermato all'altezza dell'undicesima vertebra ed è stato rimosso con successo con doppio intervento chirurgico. Ma gli arti inferiori sarebbero ora completamente immobili. "Al momento consideriamo che non possa esserci una ripresa funzionale del movimento delle gambe", ha detto il professore.
A 48 ore di distanza, il decorso operatorio procede bene, il nuotatore è fuori pericolo anche se sedato e supportato dalla ventilazione artificiale, i valori vitali sono stabili. I medici ieri l'hanno svegliato dal coma farmacologico, ha aperto gli occhi e riconosciuto la mamma a cui ha stretto la mano. Poi è stato riaddormentato per dare al corpo la possibilità di recuperare.
Ma i medici, dopo aver fatto, oltre alla Tac, uno studio bioelettrico della conducibilità midollare, escludono che possa riacquistare la mobilità delle gambe. Tutti hanno sperato che così non fosse: dai clinici al presidente della Federazione Nuoto, Paolo Barelli, alle migliaia di persone che sui social hanno scritto a Manuel incitandolo a non mollare.
Le indagini
La notte di sabato, Manuel si trovava con la fidanzata 16enne Martina, anche lei nuotatrice presso il Polo Natatorio di Ostia, e altri amici atleti a piazza Eschilo, quartiere Axa, tra la borgata di Acilia e Ostia. Erano stati a una festa a casa di un'amica. Volevano andare in un locale, l'O' Connell Irish Pub, ma non vi hanno messo piede perché era scoppiata una rissa tra due bande rivali per questioni di droga, proseguita anche in strada.
Il giovane era nei pressi del distributore automatico di sigarette del bar tabacchi quando qualcuno l'ha colpito alle spalle. Potrebbe essersi trattato di uno scambio di persona da parte di qualcuno coinvolto nella rissa o che cercava una vendetta personale. Martina, fidanzata con Manuel da un mese, testimone della sparatoria, accompagnata dalla madre e supportata da una psicologa, è già stata ascoltata quattro volte dagli uomini della Squadra Mobile della Polizia di Stato. Ha raccontato di aver sentito gli spari, pioveva e loro erano di spalle, e ha visto Manuel cadere a terra. Il cerchio si sta stringendo intorno a due persone che a bordo di uno scooter nero hanno sparato noncuranti della presenza di due auto della polizia a 150 metri di distanza.
Forse si tratta di pugili che si allenano nelle palestre di zona, affiliati al clan dei Casalesi.
Il papà del nuotatore: 'A Roma si rischia la vita per niente'
Prima della tragedia, Manuel, ragazzo perbene e a modo, aveva inviato un sms al padre per informarlo che stava con Martina, la sua nuova fidanzata. "Non si può rischiare la vita per mangiare un panino", ha detto Franco Bortuzzo, il papà di Manuel, uno dei suoi quattro figli, tutti nuotatori. Il papà ha invitato eventuali testimoni a parlare.
Lui e sua moglie Rossella erano stati informati subito dai medici del forte rischio che il midollo potesse essere danneggiato. Ma ora sono di fronte a una certezza. Molto di più di un sogno infranto.