Lunedì scorso un signore stava parlando insieme ad alcuni conoscenti nel parcheggio di un grosso centro commerciale di Rozzano, nella prima cintura periferica di Milano quando, all'improvviso, è arrivato un uomo. Armato, ha allontanato i presenti e scaricato l'intero caricatore contro di lui, ammazzandolo sul colpo.

Antonio Crisanti, 63 anni, viene colpito a morte da 4 proiettili. L'uomo appartiene ad una famiglia di noti pregiudicati della zona. Per gli investigatori inizialmente si pensa ad un regolamento di conti,magari legato al mondo dell'usura o dello spaccio di stupefacenti.

È bastato poco per dare una svolta alle indagini e scoprire il vero movente

Indagando sull'uomo gli investigatori hanno però spostato le loro attenzioni nell'ambito famigliare. Antonio Crisanti, infatti, era stato accusato lo scorso autunno di aver molestato una nipotina di 5 anni e la sua famiglia gli aveva imposto di allontanarsi dalla Lombardia. Da qualche mese era tornato a vivere nella natia Secondigliano, in Campania ed era tornato a Rozzano solo due giorni prima di trovare la morte nel parcheggio del centro commerciale.

Questa pista si è rivelata quella giusta ed i killer, sentendo sul collo il fiato degli investigatori, si sono costituiti dopo poco più di 24 ore. Antonio Crisanti sarebbe stato ucciso dall'ex compagno della figlia che lo accusò di aver abusato sulla nipotina.

L'uomo, con parecchi pesanti precedenti penali alle spalle, si è consegnato agli investigatori insieme al suo fratello, che si è accusato dell'assassinio dell'anziano.

Fuori dalla caserma gli assassini sono stati applauditi dai parenti: 'Giustizia è fatta'

Adesso le indagini sono volte a comprendere se altri componenti del nucleo famigliare della vittima siano stati o meno coinvolti nell'efferato assassinio e se l'assassinio fosse stato premeditato.

A Rozzano vivono tre figli di Crisanti, e proprio l'unico maschio lo aveva ospitato da quando era tornato in Lombardia.

Nel frattempo ha destato stupore il comportamento di una decina di componenti del vasto nucleo famigliare coinvolto in questa tragica vicenda. Si sono recati fuori dalla caserma dove si erano costituiti i due fratelli killer e, al momento della loro uscita per essere tradotti in carcere li hanno festeggiati con un lungo applauso, quasi come fosse un rito liberatorio.

Proprio poche opre prima dell'assassinio di Antonio Crisanti la sua nipotina era stata sentita dal gip, in un incidente probatorio alla presenza dei pm e dei legali, per cristallizzare le sue dichiarazioni, già rese in un'audizione protetta.