L'edizione 2019 del Festival di Sanremo ha visto, oltre alle solite polemiche che accompagnano ogni anno questa occasione, un aspetto di novità sul fronte legale: l'associazione dei consumatori ha chiesto alla all'Aurorità per la concorrenza di aprire un'indagine sul meccanismo dei voti che ha permesso la vittoria del cantante Mahmood.

Sanremo, il Codacons presenta un esposto

Il Festival della musica italiana di quest'anno, terminato da poco, ha aumentato le polemiche invece di placarle. Il rapper milanese Mahmood, secondo una larga fetta degli utenti e di alcuni giornalisti, avrebbe conquistato la prima posizione solo perché questa era la volontà di alcuni giornalisti.

I dati, effettivamente, dicono che il cantante più votato dai telespettatori è stato Ultimo che ha conquistato circa il 46% dei voti contro circa il 14% di Mahmood. La giuria d'onore, insieme al giudizio della stampa, ha però infine ribaltato il risultato della volontà popolare. E proprio su quest'aspetto il Codacons è intervenuto, depositando un esposto formale all'Autorità della concorrenza, denunciando così il meccanismo del voto di Sanremo: se l'Autorità deciderà di dare ragione al Codacons la Rai rischierà una multa milionaria.

Il Codacons presenta dunque un esposto per pratica commerciale scorretta, l'associazione sostiene che il voto tramite televoto è stato schiacciante, oltre che essere a pagamento, e si è visto infine annullato dalla giuria d'onore e dalla stampa.

Nel dettaglio, il Codacons, ha chiesto all'Antitrust di produrre la sanzione massima di 5 milioni di euro alla Rai e di chiedere all'azienda televisiva di pubblicare i criteri che sono stati seguiti per individuare i soggetti facenti parte della giuria d'onore.

Ipotizzato anche il danno economico per gli utenti

Invitare i telespettatori a spendere del denaro grazie al televoto e infine non tenerne conto potrebbe tramutarsi in una violazione al Codice del Consumo - dice il Codacons - un codice, che in materia di pratiche commerciali non corrette non lascia spazio a molte interpretazioni.

L'associazione dei consumatori, inoltre, ipotizza anche il danno economico per il pubblico da casa: chiedere all'utenza di spendere dei soldi per determinare la classifica finale e poi, invece, permettere ad altri di modificarne il voto pubblico potrebbe tramutarsi nella fattispecie di reato in oggetto.