Due episodi davvero molto gravi si sono verificati tra le mura del carcere di Poggioreale, nella città di Napoli. Un detenuto di appena trentaquattro anni, infatti, che versava in gravi condizioni di salute, è deceduto dopo che la febbre alta lo aveva colpito, probabilmente a causa di un infarto. Un ventunenne invece, si è ferito in maniera del tutto volontaria dopo aver dato fuoco alla sua cella. Insomma, secondo quanto riferisce il quotidiano Il Mattino, sono giorni infuocati per il personale della casa circondariale campana. A portare alla luce i due episodi è stato il Garante dei detenuti della Regione, Samuele Ciambriello, che ha spiegato le criticità presenti, col personale penitenziario ridotto all'osso e una strumentazione assolutamente da controllare.

Tragedia a Napoli: muore un detenuto di appena trentaquattro anni

Il trentaquattrenne deceduto nelle scorse ore pare avesse febbre molto alta e che le sue condizioni si sono aggravate col passare dei minuti; pare che lo staff sanitario non abbia neanche fatto in tempo ad allertare il pronto soccorso. L'ipotesi più probabile è che a portarselo via sia stato un infarto, ma occorrerà attendere gli accertamenti per capire se effettivamente sia stata questa la causa della sua morte. L'invito di Ciambriello è quello di verificare i defibrillatori presenti nel carcere di Poggioreale ma anche in quello di Secondigliano, in quanto è giunta notizia che a diverse attrezzature di sicurezza manchino le placche e che in alcuni casi siano addirittura scadute.

Ciambriello ha poi sottolineato come i casi di autolesionismo da parte dei detenuti siano oramai all'ordine del giorno, come testimoniano gli episodi di Salerno o Santa Maria Capua Vetere dei giorni scorsi.

La richiesta del Garante dei detenuti di Napoli

La richiesta, quindi, è quella di incrementare il numero di poliziotti penitenziari soprattutto di pomeriggio e di notte, oltre che il potenziamento degli infermieri e dei medici.

Con le parole del Garante dei detenuti, pare essere totalmente d'accordo anche il segretario dell'USPP, Ciro Auricchio, che ha dichiarato apertamente come non si possa più rimandare l'aumento di personale, in quanto i poliziotti in servizio in carcere lavorano in condizioni di stress troppo elevate, chiudendo il discorso dicendo che la denuncia viene fatta da anni ma che fino a questo momento non è mai giunta una risposta dagli organi preposti.