L’incubo è cominciato lo scorso aprile, quando Antonio Consalvo, un 33enne originario di Pordenone, è stato arrestato in Sri Lanka, perché portava con sé della marijuana. Il giovane stava tornando dalla Thailandia, ed era in attesa di prendere l’aereo che lo avrebbe riportato in Italia. La polizia perquisendolo aveva trovato il quantitativo di droga, di poco superiore a quello che nel nostro Paese viene considerato il limite per l’uso personale, ma che, per la rigorosa legge dello stato asiatico, è punito con il carcere.

Così da 10 mesi l’italiano è detenuto nella capitale Colombo, in attesa di un processo che viene rinviato di continuo.

La madre di Consalvo, Graziella Catania, che non ha più sue notizie da giorni, ha lanciato un appello alle autorità perché intervengano per risolvere una situazione che si fa sempre più difficile.

Le difficili condizioni di vita nel carcere di Colombo

“Mio figlio è rinchiuso in galera in condizioni disumane”, ha raccontato la donna al Gazzettino, aggiungendo che è detenuto in uno stanzone insieme ad altri 80 uomini, senza la possibilità di avere nessun contatto con l’esterno. L’unico autorizzato a fare da tramite con il resto del mondo è l’avvocato del posto a cui il 33enne ha affidato l’incarico di seguirlo nella complessa vicenda giudiziaria.

Come ha spiegato ai giornalisti la signora Catania, è lo stesso legale a portare i soldi per il cibo al suo assistito, perché in Sri Lanka il carcere non fornisce i pasti, che devono essere pagati dalle persone recluse.

Inoltre il processo viene rinviato di continuo: ogni mercoledì Consalvo è convocato dai giudici, che gli confermano il fermo per detenzione di sostanze stupefacenti e lo rispediscono in cella.

Il preoccupante silenzio dallo Sri Lanka

Graziella Catania lancia un appello al Ministero degli Esteri e all’ambasciatore italiano in Sri Lanka, affinché si interessino maggiormente a questa vicenda, visto che negli ultimi giorni la situazione sembra essere ulteriormente peggiorata.

Infatti da qualche tempo nemmeno i rappresentanti diplomatici riescono più ad avere notizie sul detenuto dal carcere o dal suo legale. Anche i famigliari di Consalvo hanno provato a mettersi in contatto via e-mail con l’avvocato, ma non hanno ricevuto nessuna risposta.

Cresce la preoccupazione per le condizioni di salute dal giovane, anche perché, come detto, era proprio il suo difensore a procurargli i soldi per poter comprare il pacco alimentare in galera: adesso la madre del 33enne spera che con questa sua uscita pubblica le autorità si muovano più velocemente per avere notizie e risolvere quanto prima la situazione.