Dallo scorso novembre Tekashi 6ix9ine é detenuto in un carcere federale di New York, sua città natale. La Rap star americana é accusata di diversi reati, tutti gravissimi: si va dal tentato omicidio, all'affiliazione a una gang criminale, dallo spaccio di droghe pesanti, come eroina, metanfetamine ed ecstasy, all'estorsione, passando per rapine a mano armata e detenzione illegale di armi da fuoco, solo per citarne alcuni.

Il cumulo dei capi dei imputazione – nel complesso sarebbero ben nove – concretizzato dalle autorità federali americane, potrebbe portare, allo stato attuale delle indagini, ad una pena complessiva di ben 47 anni di carcere, come minimo, fino ad arrivare all'ergastolo.

Per questo motivo il rapper ha recentemente iniziato a collaborare con le autorità, nella speranza di ottenere uno sconto di pena, ammettendo molte delle responsabilità attribuitegli dai pubblici ministeri che si stanno occupando del caso.

La notizia delle ultime ore, che sta facendo discutere in tutto il mondo, vista l'ormai enorme popolarità di Daniel Hernandez – questo il vero nome dell'artista classe 1996 – é relativa ad un accordo che il rapper di origine messicana e portoricana avrebbe siglato con le autorità. Un vero e proprio maxi-patteggiamento che potrebbe risparmiargli ben 46 anni di carcere rispetto alla pena minima, facendolo tornare in libertà già nel gennaio del 2020, anziché nel 2066.

L'accordo siglato da Tekashi 6ix9ine con la Procura di New York

Stando infatti a quanto riportato dagli innumerevoli portali americani che da novembre forniscono aggiornamenti quotidiani ed approfonditi sulla situazione legale del rapper, il Procuratore del distretto sud di New York avrebbe acconsentito a non perseguire l'imputato per i reati di cui è stato accusato, nonché per altri crimini che avrebbe confessato di sua spontanea volontà, a condizione che l'artista vuoti il sacco del tutto, raccontando qualsiasi dettaglio della sua attività criminale, e non commetta più reati in futuro.

Se la collaborazione di 6ix9ine si rivelerà sincera e concretamente utile alle indagini, il rapper potrebbe essere scarcerato già il 24 gennaio 2020, giorno in cui é prevista la sentenza del suo processo, iniziando inoltre a beneficiare sin da subito di un programma di protezione testimoni, dato che, come facilmente intuibile, i rischi per la sua incolumità fisica, nonché per quella dei suoi cari, a quel punto sarebbero a dir poco significativi.