Alla vigilia della Festa delle Donne, un femminicidio che ha segnato la cronaca mondiale è rimasto grazie alla giustizia italiana impunito: per la corte d’appello di Palermo, Gianni Melluso, 61enne, meglio conosciuto come “Gianni il bello”, originario di Sciacca, presente nelle pagine di cronaca più volte soprattutto per traffico di sostanze stupefacenti e per le calunnie e le false dichiarazioni su Enzo Tortora, è stato scagionato dalle accuse e non è più, per lo stato italiano, un assassino.

Assolto Melluso, per la corte 'Non ha commesso l'omicidio'

Gianni Melluso, ritenuto inizialmente come mandante dell’omicidio di Sabine Maccarrone, donna italiana di 39 anni rinvenuta senza vita in un pozzo nelle campagne a Mazzara del Vallo nell'anno 2007, dopo aver trascorso metà della sua vita recluso dietro le sbarre, è stato assolto per “non aver commesso il delitto”. L’uomo, indossando una tuta blu e portando con sé delle buste di plastica in mano contenenti indumenti ed effetti personali, ha potuto lasciare il carcere nella quale era detenuto da diverso tempo, anche lui stesso incredulo della sentenza di scarcerazione.

Confessa l'esecutore materiale dell'omicidio: 'Melluso mi disse di ucciderla'

Per l’omicidio invece è rimasto recluso e dovrà scontare la sua pena presso la casa circondariale Giuseppe D’Assaro, che lo stesso Giovanni Melluso aveva indicato agli inquirenti durante un interrogatorio, come esecutore materiale dell’omicidio della giovane donna.

Il giorno seguente al ritrovamento del cadavere di Sabine Maccarrone, lo stesso Melluso aveva dichiarato agli inquirenti che stavano indagando sul caso di aver avuto una relazione con la vittima, ma di non essere in alcun modo coinvolto nell'omicidio, oltre che di non avere alcun movente che lo avrebbe potuto ipoteticamente spingere a toglierle la vita.

Nel momento dell’arresto di D’Assaro, le carte in gioco cambiarono proprio grazie alle sue dichiarazioni: l’uomo infatti, durante un interrogatorio,spiegò agli inquirenti che ancora stavano indagando sul caso, di essere stato il mandante esecutivo dell’omicidio della donna, ma che a chiedergli il favore sarebbe stato proprio Gianni Melluso. Ad oggi, Il delitto, secondo quanto stabilito dalla Corte di Assise, per il momento rimane con un solo colpevole, Giuseppe D’Assaro, che sta scontando una pena di 30 anni per aver assassinato Sabine Maccarrone.