La condanna in primo grado era già arrivata già l’11 dicembre, quando 12 giurati avevano riconosciuto il cardinale australiano George Pell, di 77 anni, responsabile di una serie di abusi, avvenuti nel 1996, su due coristi appena 13enni. Il giudizio era stato reso pubblico a fine febbraio, ma mancava ancora che fosse decisa la pena per i crimini commessi.
Nella scorse ore Peter Kidd, giudice a capo del Tribunale dello Stato di Victoria, ha letto la sentenza che stabilisce che il prelato dovrà scontare sei anni di reclusione, con la possibilità di ottenere la condizionale, dopo 44 mesi passati in carcere.
Pell, che era presente in aula, ha ascoltato impassibile e poi ha ribadito di essere innocente: i suoi avvocati hanno già presentato ricorso in appello, con udienze già fissate per il prossimo giugno.
I ‘crimini odiosi’ consumati nella cattedrale di San Patrizio
In realtà il cardinale poteva subire una condanna molto maggiore, rischiando fino a 50 anni, visti i cinque capi d’imputazione a lui riferiti. Il giudice ha spiegato per oltre un’ora i punti salienti degli avvenimenti esaminati durante il processo, sottolineando come nessuno abbia voluto considerale Pell un capro espiatorio per la Chiesa Cattolica.
Ha inoltre voluto ricordare lo stato di umiliazione vissuto all’epoca dai due ragazzini, ciascuno costretto ad assistere quando il porporato abusava dell’altro.
Secondo Kidd, il prelato avrebbe approfittato del proprio potere e della fiducia che i due riponevano in lui, sapendo che non avrebbero mai raccontato a nessuno dei “crimini odiosi” consumati nella cattedrale di San Patrizio, dove in queste ore si sono date appuntamento diverse vittime di violenze per una veglia di preghiera.
Una pena lieve, data l’età avanzata dell'imputato
Il giudice ha inoltre spiegato come l’età avanzata del cardinale, che impedisce ogni recidiva ed ulteriori rischi per la comunità, abbia assunto un ruolo importante nel far propendere per una sentenza mite, pronunciata in diretta televisiva.
Da 14 giorni George Pell è recluso in una prigione di massima sicurezza a Melbourne, in “custodia protetta” come tutti i pedofili, ossia in una cella dove rimane in isolamento per 23 ore al giorno.
Papa Francesco aveva “sospeso” il cardinale dal ruolo di “ministro dell’Economia” della Santa Sede già nel giugno del 2017, estromettendolo in seguito da ogni carica. Il Vaticano ha annunciato che a breve il prelato sarà processato presso l’ex Sant’Uffizio.
In pratica Pell rischia di essere cacciato dal collegio cardinalizio e successivamente spretato, come è accaduto alcune settimane fa a Theodore Edgar McCarrick, l’ex arcivescovo di Washington, ritenuto colpevole per le molestie subite da alcuni seminaristi in passato.