La tragedia si è verificata ad Ancona, dove Nicolò Daversa di Falconara è morto alla giovane età di 27 anni dopo aver preso un farmaco che in realtà avrebbe dovuto guarirlo da un banale mal di gola. La tragedia è avvenuta circa un mese fa, quando Nicolò si trovava a casa della fidanzata ad Ancona. Il ragazzo aveva assunto un antibiotico, il Fidato, che purtroppo gli ha provocato uno choc anafilattico. Il 9 marzo il giovane è deceduto all'ospedale di Jesi, dove era arrivato in condizioni gravissime. A distanza di quasi un mese dalla sua morte, il padre chiede di indagare su quanto accaduto per scoprire se ci sia stata negligenza da parte del medico curante che ha prescritto un farmaco così forte senza neanche aver visitato il paziente.

Le parole del padre di Nicolò

Il papà Antonio Daversa, chiede che sia fatta luce su tutta la vicenda. In base a quanto racconta l'uomo, Nicolò avrebbe assunto il Fidato senza essere stato visitato dal medico. La ricetta che quest'ultimo gli aveva prescritto, era inoltre intestata proprio al padre e non al figlio. L'uomo ha inoltre dichiarato: "Mi preme che si vada a fondo sul farmaco in questione, perché in italia ci sono diversi casi di decessi legati proprio a questo antibiotico. Ad esempio, in Calabria nell'agosto del 2016 è deceduto il signor Cassino di 47 anni, proprio dopo aver assunto il farmaco e come lui ce ne sono altri".

Al momento, i familiari del giovane Nicolò, hanno chiesto la tutela da parte dell'agenzia Studio 3A-Valore spa.

La famiglia, affetta da questo grande dolore per una perdita così inaspettata, vuole conoscere la verità su quanto accaduto e scoprire se la morte del 27enne sia stata provocata effettivamente da una reazione allergica avuta dal giovane.

I familiari chiedono chiarezza sul decesso del figlio

Il medico di famiglia a cui Nicolò si era rivolto, era Marcello Moscoloni di 67 anni.

L'uomo è residente a Falconara, dove ha il suo studio medico. Secondo quanto dicono i genitori, quest'ultimo non lo avrebbe neanche visitato e gli avrebbe prescritto il Fidato, medicinale con lo stesso principio attivo del Rocefin, che in base a quanto rivelano i genitori Nicolò aveva già assunto in passato.

I familiari hanno presentato la denuncia in procura il 19 di marzo e il pm Andra Laurino, che si occupa delle indagini, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, indagando il medico.

I genitori della vittima chiedono inoltre al Ministero della Salute di attivarsi per effettuare tutte le dovute analisi sul farmaco incriminato per scoprire se effettivamente questo possa essere nocivo nei confronti di alcuni soggetti che lo assumono o se ci sia qualche altro errore nel composto solo in alcuni lotti del prodotto.