Una terribile tragedia familiare si è verificata negli scorsi giorni in Arkansas, negli Stati Uniti, precisamente a Texarkana. Secondo quanto riportato dalla stampa locale e nazionale, una donna di 23 anni, McKenna Cawley, avrebbe picchiato così tanto la bambina, avuta dal suo compagno con un'altra donna, da ridurla in fin di vita. La piccola è infatti deceduta tre giorni dopo il ricovero in un ospedale pediatrico. I medici hanno dichiarato che le lesioni riportate dalla piccola fossero molto gravi, questo anche a causa della sua tenerissima età.

La donna avrebbe perso all'improvviso la pazienza, e già qualche giorno prima aveva pubblicato un post su Facebook nel quale dichiarava che quella canzoncina le dava tanto fastidio.

Sotto accusa anche il padre legittimo della bimba

La vicenda della bimba uccisa dalla sua matrigna ha sconvolto l'Arkansas e gli stessi States. Secondo quanto riporta la testata giornalistica Il Messaggero, che cita fonti locali, alla madre legittima della bambina era stata tolta la custodia dei suoi figli. Adesso sotto accusa è finito anche suo padre, compagno della Cawley. Difatti, quando il medico legale ha eseguito l'autopsia sul corpicino esanime della creatura, ha constatato che la bimba sarebbe stata picchiata numerose volte, non solo quel giorno.

Secondo l'accusa, quindi, il suo compagno avrebbe permesso gli abusi. I media non specificano se l'uomo si trovasse in casa nel momento in cui è avvenuto il fatto di cronaca. La madre naturale della bimba è rimasta ovviamente sotto choc, così come anche i suoi famigliari. Nessuno si aspettava un dramma simile, soprattutto per un motivo così banale, come può essere quello della visione di un cartone animato.

Anche l'altro figlio di due anni avrebbe subito violenze

Sempre i media internazionali, come la testata giornalistica statunitense Metro, informano che a subire le angherie della donna sarebbe stato anche l'altro figlio dell'uomo, di appena due anni. Quest'ultimo però non avrebbe subito lesioni o ferite particolarmente gravi.

Adesso tutti e due i bambini sono stati affidati alla custodia dei servizi sociali; questo perché, lo ricordiamo, alla madre naturale degli infanti è stata tolta la loro custodia. Sicuramente nei prossimi giorni, o al massimo nelle prossime settimane, si potranno conoscere ulteriori dettagli relativi a questa spiacevole vicenda che vede ancora una volta vittima una piccola bambina. Una vicenda, quest'ultima accaduta negli Stati Uniti, che ricorda quanto successo nelle scorse settimane in Brasile, dove una madre, in preda ad un raptus di follia, ha ucciso il figlio di 17 anni. Anche in questo caso il movente dell'azione criminosa era quanto mai banale: la donna non sopportava infatti che il figlio fosse gay.