La Guardia di Finanza di Brindisi ha notificato stamane una denuncia a piede libero nei confronti di un noto ristoratore del Comune capoluogo, il quale, secondo chi indaga, si sarebbe reso protagonista di minacce estorsive a carico dei suoi dipendenti. Il soggetto avrebbe costretto questi ultimi, sotto la minaccia del licenziamento, a lavorare oltre l'orario previsto dal Contratto Nazionale del Lavoro, in questo caso del settore 'Bar e ristorazione'. Dopo gli accertamenti del caso, i militari del Nucleo di polizia tributaria hanno notificato all'uomo il provvedimento.

Lo stesso è stato interdetto e per 12 mesi non potrà esercitare l'attività di ristoratore, inoltre i finanzieri hanno accertato un'evasione contributiva per circa 20mila euro.

La prima denuncia partita da una dipendente

Gli inquirenti hanno potuto scoprire quanto accadeva nell'attività in questione grazie alla denuncia di una delle dipendenti, la quale ormai, vessata dai comportamenti dell'uomo, sei mesi fa ha deciso di chiedere aiuto alla giustizia. In breve tempo le Fiamme Gialle hanno cominciato una serrata indagine intorno all'attività ristorativa in questione e hanno scoperto che c'era effettivamente un sistema illecito di gestione del personale. Ed infatti i militari hanno accertato che l'uomo costringeva non solo la donna, ma anche tutti gli altri dipendenti, a lavorare oltre l'orario che era stato stabilito dal contratto.

Tutte le pretese dell'uomo erano condite dalla minaccia del licenziamento, come già detto; chi si rifiutava di sottostare alle richieste dell'uomo rischiava quindi il posto di lavoro. Una vicenda davvero assurda che, una volta apparsa sulla stampa locale, ha fatto il giro del capoluogo di provincia adriatico, destando sconcerto tra la popolazione e tra gli stessi ristoratori brindisini.

Anche lavoratori in nero

Un altro particolare emerso durante l'attività investigativa è quello che il titolare avrebbe anche assunto lavoratori in nero, per la precisione cinque. Questi ultimi avrebbero prestato servizio nell'attività per circa due mesi e, ovviamente, vista la loro posizione lavorativa, non hanno beneficiato dei contributi previsti dalla legge.

Inoltre, altri 13 dipendenti sarebbero stati assunti in maniera irregolare. Il provvedimento di interdizione è stato emesso dal Gip del tribunale brindisino, su richiesta del pm Paolo Montinaro, magistrato inquirente titolare dell'indagine. Sicuramente nelle prossime ore, o nei prossimi giorni, si potranno conoscere ulteriori particolari su questa particolare vicenda. Le indagini infatti proseguono, questo perché l'autorità giudiziaria vuole vederci chiaro e scoprire se siano stati commessi altri illeciti, siano essi di natura amministrativa o penale.