Uno scenario insolito per una pista ciclabile è quello che si è presentato, e raccontato sulle pagine del Messaggero, del Veneto ai ciclisti che da Tarvisio raggiungevano la vicina Jesenice. Un panorama mozzafiato accompagna i ciclisti che percorrono il vecchio tracciato della ferrovia Boscoverde–Jesenice lungo il fiume Stava. Partendo da Tarvisio, attraverso il Valico di Fusine, si scende verso Jesenice in Slovenia, passata la frontiera, ecco raccontata la sorpresa, posti di blocco e controlli su entrambe le direzioni di marcia.

I controlli degli agenti sulla pista ciclabile: etilometro, caschetti certificati e qualità ed efficienza dei mezzi

A riportare l'avvenimento, quantomeno singolare, è proprio un ciclista intervistato dal Messagero del Veneto. Ararad Katchikian è stato testimone oculare e diretto di quanto successo lo scorso weekend sulla pista ciclabile citata in questione mentre con alcuni amici e compagni percorreva un lungo giro di 52 chilometri a cavallo del confine tra Italia e Slovenia. Il ciclista racconta sulle pagine della testata: "Risalendo nei pressi di Godz Matuljek, sul mezzogiorno, ci siamo imbattuti nel controllo della polizia che aveva in campo una pattuglia per i ciclisti che andavano in un senso ed un altra per quanti andavano nell’altra direzione".

Gli agenti posizionati lungo la pista ciclabile procedevano all'alt nei confronti del gruppetto effettuando poi alcuni controlli tra cui l'etilometro, il controllo dei caschetti e l'efficienza delle biciclette. Nessun problema o disagio arrecato ai ciclisti che si sottoponevano al controllo, riporta Katchikian, anzi afferma che si sono posti in fila in attesa del controllo operati dagli agenti, simpatici e cortesi.

I ciclisti dopo aver chiesto spiegazioni sul motivo dei controlli hanno ricevuto una chiara e concisa motivazione. I poliziotti hanno infatti spiegato che la causa del controllo stava nel comportamento di altri ciclisti che precedentemente avevano messo in a rischio l'incolumità proprio e degli altri presenti sulla pista.

Da quanto si evince dallo stesso testimone dei fatti, nulla da eccepire anzi e massima disponibilità a chi opera per la sicurezza altrui.

Proprio perchè sulle piste ciclabili nei giorni più affollati, quando il traffico è intenso è giusto far rispettare le leggi e operare controlli che limitino comportamenti scorretti e sconvenienti.

Va ricordato che in Italia il limite alcolemico per chi guida una bicicletta è mezzo grammo di alcol per litro di sangue, zero per i neopatentati come riporta l'articolo 186 del Codice della Strada. L'unica differenza è che, nel caso di controllo positivo, il ciclista non subirà provvedimenti a carico della patente: né taglio di punti né sospensione della licenza di guida, ma solo un'ammenda pecuniaria.