Continuano spedite le indagini intorno al caso del 66enne Antonio Cosimo Stano, l'uomo deceduto il 23 aprile scorso all'ospedale di Manduria, nel tarantino, perché seviziato da una baby gang composta da 14 ragazzi del posto. Per la morte di Stano 8 di loro sono stati già riconosciuti e portati in carcere, questo grazie anche alla testimonianza spontanea di una giovane ragazza di 16 anni, che in uno dei video ripresi dai ragazzi mentre torturavano l'anziano, ha riconosciuto il suo fidanzato, e per questo si è recata in commissariato. Le accuse mosse nei confronti dei giovani aguzzini sono pesantissime: tortura, aggravata dalla crudeltà, violazione di domicilio e sequestro di persona.

Con il passare dei giorni emergono nuovi particolari sulla vicenda in questione, come quella ad esempio che una prima denuncia di quanto avveniva all'anziano venne già presentata da lui stesso, in maniera verbale, a metà dello scorso mese di marzo.

La Polizia a casa di Stano

La sera del 14 marzo, così si legge negli atti, la Polizia di Manduria durante un controllo di routine per la sicurezza del territorio, si recò in via San Gregorio Magno, proprio dove abitava la vittima delle aggressioni. E fu proprio Antonio a riferire agli agenti di essere preda di una banda di ragazzini, ovviamente a lui sconosciuti, che continuamente lo sottoponevano a sevizie e insulti. Gli agenti hanno quindi voluto vederci immediatamente chiaro; confermata è anche la circostanza che alcuni vicini, insieme al parroco dell'oratorio che confinava con l'abitazione della vittima, non potendone più delle urla che provenivano dalla casa del 66enne, abbiano fatto una denuncia.

Questo accadeva il 5 aprile. Secondo il vicinato più volte gli agenti si sarebbero recati sul posto, purtroppo però sarebbero arrivati sempre in ritardo, quando la banda si era già dileguata, e quindi per questo i componenti della banda non sono stati fermati prima. E fu proprio in seguito a questa ennesima denuncia che il 6 aprile la Polizia si recò nuovamente a casa dell'uomo torturato.

Gli agenti in quell'occasione bussarono più volte alla porta, dicendo a Stano di aprire. "Non vogliamo farti del male" - dissero gli agenti, che capirono subito che qualcosa non andava. Dopo aver in qualche modo aperto la porta, trovarono l'anziano legato ad una sedia. Lo stesso fu immediatamente trasportato in ospedale, le sue condizioni erano abbastanza serie.

Purtroppo dopo 18 giorni l'uomo è deceduto, come detto, il giorno 23 aprile. E da allora per i giovanissimi si è messa decisamente male.

Uno degli arrestati: 'Ragazzi cancellate tutto'

Antonio entrò quindi in coma, e quando i ragazzi hanno saputo dalle voci di paese che l'uomo da loro picchiato era in fin di vita, avrebbero cercato in ogni modo di sbarazzarsi di quei video assurdi che avevano girato. "Vagnu (ragazzi)...un consiglio....cancellate tutto" - così avrebbe detto uno di loro. Gli inquirenti sono venuti in possesso di quei filmati, e recentemente sono stati anche diffusi. Le immagini che si vedono in quei frame non lasciano spazio a dubbi. Tra le tante riprese che circolano anche sui media locali e nazionali, c'è il video che riprende i ragazzi che entrano a casa del 66enne, ex operaio ormai in pensione dell'Arsenale di Taranto: i giovani lo prendono addirittura a bastonate.