Sedata, intubata e ventilata artificialmente, tenuta in coma farmacologico, ad appena quattro anni Noemi sta combattendo la prima, durissima, battaglia della sua vita. La piccola venerdì scorso era con la mamma e la nonna Piazza Nazionale a Napoli davanti a un bar, non lontano dalla stazione ferroviaria e dal centro della città, quando è stata raggiunta al torace da un proiettile.

Era in corso un regolamento di conti tra clan camorristi: lei è stata la vittima innocente di un agguato avvenuto tra la folla e diretto a colpire Salvatore Nurcaro, di 32 anni, ridotto in fin di vita dopo essere stato raggiunto da sei proiettili.

Noemi è ricoverata in terapia intensiva all'ospedale pediatrico Santobono: per i medici che l'hanno in cura le sue condizioni restano gravissime. Ad aprire il fuoco verso i tavolini del locale dove sedeva la piccola insieme alla mamma, alla nonna e ad altri clienti, è stato un uomo vestito di nero e con indosso un casco integrale vestito. Ieri mattina, proprio sul luogo dell'agguato, si è svolta una marcia anticamorra.

Noemi lotta per la vita

In un letto al primo piano dell'ospedale pediatrico Santobono, Noemi sta lottando per la vita. All'ingresso della struttura, qualcuno ha messo una grande scritta con il suo nome in rosa, mentre i giovani genitori della bambina non lasciano la stanza che il primario Massimino Cardone ha messo loro a disposizione.

La mamma di Noemi, sprofondata in un incubo, non smette di piangere, ore infinite passano nell'angoscia in attesa della notizia rassicurante: che Noemi è salva e tutto potrà tornare a essere come prima. Anche la nonna, rimasta solo lievemente ferita e già dimessa, non si dà pace. I medici non se la sentono di sbilanciarsi, la prognosi resta riservata perché il quadro clinico è molto complesso.

Venerdì notte, Noemi è stata sottoposta a un lungo e delicatissimo intervento chirurgico per arrestare l'emorragia e rimuovere il proiettile calibro nove 'full metal jacket', un tipo rinforzato, che le ha trapassato entrambi i polmoni, ha sfiorato l'aorta, ha toccato la colonna vertebrale, fino poi ad incastrarsi in una costola.

Grazie all'altissimo livello professionale dell'equipe medica, l'operazione è tecnicamente riuscita, ma è ancora presto per tirare un sospiro di sollievo. Saranno decisive le prossime 48 ore: si spera che la bambina torni a respirare autonomamente e che non contragga infezioni. Sembrerebbe scongiurato il rischio che siano compromesse le funzioni motorie: il proiettile ha intaccato una vertebra ma non ha compromesso il midollo spinale. Il prossimo bollettino medico sarà diffuso domani mattina.

Napoli, emergenza criminalità

'Stese' tra i vicoli, bombe davanti alle pizzerie, sparatorie tra la folla o nei pressi di scuole. Solo il 9 aprile scorso, davanti a un asilo nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, è stato ucciso a colpi di pistola Luigi Mignano, di 57 anni: illeso il nipotino, anche lui di quattro anni come Noemi, sfiorato dai proiettili.

Impressionante è l'immagine dello zainetto del piccolo rimasto a terra vicino al corpo senza vita del nonno. Ieri, il cardinale Crescenzio Sepe durante la messa al duomo per il miracolo di san Gennaro, regolarmente avvenuto, ha detto che "il sangue innocente grida vendetta al cospetto di Dio".

Nelle ore in cui Noemi veniva operata, c'è stato un blitz che ha portato all'arresto di sette uomini, tutti appartenenti al clan storico dei Mazzarella, proprio per l'omicidio di Mignano. Stamattina, nella piazza dove è avvenuta la sparatoria, un migliaio di persone al grido di 'Forza Noemi' ha partecipato a una marcia anticamorra. 'Disarmiamo Napoli', lo slogan della manifestazione promossa dall'associazione 'Un popolo in cammino' con 'Libera' e i familiari di vittime della camorra.

Con striscioni quali 'Basta sangue innocente', i manifestanti hanno sfilato a piazza Nazionale vicino al parco dove la bimba era stata a giocare prima di essere colpita dal proiettile. Non c'è stata, tuttavia, l'auspicata partecipazione di massa di cittadini del quartiere: molti, specie donne, sono rimasti al balcone a guardare, evidentemente intimoriti.

Il procuratore antimafia, Cafiero De Raho, ha detto che a Napoli si assiste a scene da Medioevo. I rinforzi annunciati dal Viminale (il ministro dell'Interno Salvini ha detto che ci sono già 137 poliziotti in più e che è prevista una 'super Questura' che passerà dagli attuali 3740 agenti a 4332) non bastano in una città con quasi 90 gruppi criminali.

Per De Raho, occorre un tavolo nazionale che riunisca il comitato per la sicurezza ogni mese. Intanto, prosegue la caccia al killer e a un probabile complice: si stanno ascoltando testimoni e visionando telecamere di sorveglianza. Per il il questore Antonio de Iesu, la cattura è imminente.