Lo hanno trovato nella sua auto venerdì pomeriggio, a pochi passi dal centro sportivo dell’A.S. Roma a Trigoria, mentre stava cercando di molestare un ragazzino, giovane promessa dei giallorossi, a pochi minuti dal fischio di inizio degli allenamenti per gli aspiranti calciatori. Un procuratore di 53 anni è stato così colto in flagrante dagli uomini della IV sezione della Squadra mobile di Roma, che lo hanno arrestato con l’accusa di abusi su minore.

Un nuovo scandalo, rivelato dal Messaggero, si abbatte sul mondo del calcio italiano: questa volta protagonista è personaggio molto noto negli ambienti delle giovanili delle grandi squadre come talent scout.

Per lavoro si occupava di scovare i futuri campioni, andandoli a cercare in tutta Italia, nelle società sportive, a scuola e perfino nei campi delle parrocchie.

Prima l’illusione di una carriera di successo nel mondo del calcio, poi le molestie

Numerosi genitori gli avevano affidato nel corso del tempo i figli, intavedendo per loro la possibilità di un futuro radioso: soldi, notorietà e successo. Tuttavia il procuratore illudeva i ragazzini, arrivando a promettere una carriera da campioni nelle squadre del cuore, conquistando la loro fiducia per poi molestarli, molto spesso in concomitanza degli allenamenti. Ma ora finalmente gli agenti, che da tempo erano sulle sue tracce, hanno posto fine al comportamento morboso del 53enne: l’uomo, dopo essere stato arrestato in flagranza di reato, non ha voluto dire nulla, rimanendo in silenzio per tutto il viaggio verso il carcere di Regina Coeli.

Sono almeno tre i casi di abusi, ma non si esclude che ce ne possano essere altri

Ora il talent scout dovrà rispondere delle violenze su tre minori: infatti l’indagine coordinata dal sostituto procuratore Maria Gabriella Fazi ha dimostrato che almeno altri due ragazzi sono caduti nella trappola ordita dall’uomo. Tutto sarebbe partito alcuni mesi fa dalla denuncia dei genitori di uno degli aspiranti calciatori molestati.

Tuttavia gli inquirenti temono che il numero delle giovani vittime possa ulteriormente allargarsi. Tutti i minorenni sarebbero stati avvicinati allo stesso modo da quell’individuo, apparentemente simpatico e dall’aspetto rassicurante, con promesse allettanti, come quella di diventare un giocatore di successo o di entrare nelle giovanili dei club più forti.

Una volta ottenuta la fiducia degli atleti in erba e delle loro famiglie, iniziavano gli abusi, spesso compiuti in automobile, nei dintorni dei campi sportivi a pochi minuti dall’inizio degli allenamenti. Nelle prossime ore i magistrati ascolteranno in audizione protetta anche il ragazzino che stava per subire le molestie nel momento in cui sono intervenuti i poliziotti.