La salma di Marianna Greco, la 37enne trovata senza vita nel suo letto matrimoniale il 30 novembre 2016 a Novoli, nel leccese, è stata riesumata ieri e sul suo corpo è stata eseguita una autopsia. L'esame era stato richiesto proprio dalla famiglia e dai suoi legali in quanto sul collo della donna ci sono ben quattro coltellate. La prima ipotesi era stata appunto il suicidio, ma i familiari a questo non ci hanno mai creduto: per loro è impossibile che Marianna si sia tolta improvvisamente la vita. Adesso, a quasi tre anni di distanza da quel triste episodio, l'autopsia sembra confermare l'ipotesi del suicidio.

Nelle scorse settimane era finito sotto indagine il marito della donna, Emanuele Montinaro, un 43enne originario di Campi Salentina e rampollo di una famiglia di ricchi imprenditori: l'ipotesi di reato ascritta nei suoi confronti era di omicidio volontario (precedente era accusato di istigazione al suicidio), ma ora è ovviamente decaduta. Si è trattato, infatti, di un procedimento aperto proprio per permettere alla difesa di partecipare all'autopsia con un proprio consulente.

Nessuna lesione di difesa

Secondo quanto riporta la testata giornalistica locale online LeccePrima, sul corpo di Marianna non ci sarebbero lesioni che potrebbero far pensare che la donna si sia difesa dal suo presunto aggressore.

Per cui l'esame necroscopico avrebbe tolto ogni dubbio alla dinamica del fatto di cronaca: la vittima si sarebbe inflitta da sola quelle coltellate, risultate poi fatali. In particolare l'accusa ha sempre sostenuto che quei colpi mortali siano stati inferti da un'altra persona, mentre il marito si è sempre difeso sostenendo che quel giorno si trovava fuori, per cui lui è estraneo ai fatti.

Un altro elemento sottolineato dai difensori di Marianna, come anche dalla sua famiglia, è quello che riguarda i rapporti tra la coppia: pare infatti che all'epoca dei fatti qui esposti, il 2016 quindi, tra i due ci fosse un momento di tensione.

Si attendono le indagini del Dna

Adesso saranno i carabinieri del Ris ad eseguire l'esame sul Dna.

Infatti bisogna capire se sul corpo della donna ci siano Dna diversi, non compatibili con quello personale della vittima, anche perché sotto le unghie sono stati trovati dei capelli biondi: anche quelli saranno analizzati. Il responso di questo esame, che quindi potrebbe chiudere definitivamente il giallo di Novoli, è atteso per i prossimi mesi. Decisiva a far riaprire le indagini è stata la memoria difensiva degli avvocati della famiglia Greco, Francesca Conte e Francesco Tobia Caputo. Ad eseguire l'esame autoptico è stato invece il medico legale Roberto Vaglio, lo stesso che nel 2016 esaminò per la prima volta il corpo esanime di Marianna Greco.