Proseguono le indagini sul misterioso rogo di un’automobile, avvenuto venerdì mattina in mezzo ai campi di Torvaianica, nell’hinterland di Roma. A bordo della vettura i carabinieri hanno trovato due corpi carbonizzati, che apparterrebbero alla 46enne Maria Corazza, figlia dell’anziana proprietaria della Ford Fiesta bruciata, e a Domenico Raco, di 39 anni, un amico di famiglia. Una nipote avrebbe riconosciuto tra gli oggetti rinvenuti una collana dalla forma particolare, spesso indossata dalla donna. Questo elemento toglierebbe molti dubbi sull’identità del cadavere riverso sul sedile posteriore della macchina, in attesa dell’autopsia, che sarà eseguita nelle prossime ore al Policlinico di Tor Vergata, e delle analisi del Dna, che permetteranno ufficialmente agli inquirenti di dare un nome alle due vittime.

L’alibi del compagno di Maria Corazza

Subito dopo il macabro ritrovamento i militari dell’Arma hanno sentito familiari, colleghi e conoscenti dei due, di cui non si hanno più notizie dalla mattina di venerdì, quando Maria si è recata ad accompagnare la figlia 13enne agli esami di terza media insieme al compagno, Maurizio Di Natale. Proprio quest’ultimo è stato a lungo sentito in caserma: il suo alibi è inattaccabile. Infatti venerdì mattina, all’ora della tragedia, il carrozziere e rappresentante di vernici per auto ha incontrato per lavoro ben tre persone, due colleghi ed un cliente, che hanno confermato il suo racconto. Del resto il compagno della 46enne era a conoscenza dell’appuntamento di Maria con Domenico per un caffè, come accadeva di frequente.

Quindi gli inquirenti hanno iniziato ad esaminare la figura di Raco, detto 'il calabrese’ per le sue origini, essendo nato a Molochio nel Reggino.

La passione per le donne di Domenico Raco

Ex guardia giurata, poi elettricista ed infine pasticcere, il 39enne aveva in paese una fama di playboy: numerose erano le sue amicizie femminili, tanto che spesso era visto accompagnare signore in auto per svolgere delle commissioni.

Tutti sono d’accordo nel dire che era gentile, disponibile e tranquillo, nonostante la sua passione per le donne. Partendo da questi pochi elementi, gli inquirenti si stanno concentrando su due ipotesi alternative. Da un lato l’omicidio-suicidio, compiuto da Raco: potrebbe aver ucciso Maria, probabilmente strangolandola, perché respinto o per qualche altro motivo.

Quindi avrebbe dato fuoco all’automobile, rientrando poi nell’abitacolo per lasciarsi morire tra le fiamme. Ma esiste anche un’altra ipotesi: potrebbe essere entrata in gioco una terza persona. Questo individuo avrebbe punito la coppia per la loro relazione segreta – di cui però al momento non esiste alcuna prova – o forse si sarebbe vendicato di qualche galanteria di troppo da parte del 39enne nei confronti di un’altra donna, magari legata a qualche esponente della criminalità locale. In questo caso Maria sarebbe stata eliminata solo perché si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. Infine, nessuno dei residenti nei paraggi ha sentito urla, rumori strani o colpi di pistola: i due potrebbero essere stati uccisi altrove ed in seguito portati in quella zona.