Squattrinata 'per colpa' dell'Italia, con il suo fidanzato ha appena avviato un'insolita raccolta fondi. Obiettivo: riuscire a sposarsi e organizzare una festa 'spaziale'. La già discussa Amanda Knox, 32 anni, ex imputata per il delitto della sua coinquilina, la studentessa inglese Meredith Kercher, avvenuto a Perugia il 1 novembre del 2007, torna a far parlare di sé e scatena nuove polemiche.

A giugno, a quattro anni dalla sua assoluzione definitiva da parte della Cassazione per non aver commesso il fatto, è tornata in Italia per partecipare a Modena al primo Festival della Giustizia penale: un'ospitata finita nell'occhio del ciclone.

Stando a quanto lei stessa ha dichiarato, avrebbe dato fondo ai risparmi per il viaggio in italia. Da qui, l'appello perché amici, conoscenti, sconosciuti, mettano mano al portafoglio per coronare il suo sogno d'amore.

Colletta on line per le nozze di Amanda Knox e Christopher Robinson

La notizia, data per primo dal quotidiano 'New York Daily News', ha fatto in fretta il giro del mondo: Amanda Knox e il fidanzato Christopher Robinson hanno creato una pagina (Knoxrobinson.com) per raccogliere fondi e poter così organizzare il matrimonio a tema fantascientifico. La coppia sarebbe in bolletta per colpa del nostro Paese. Non ci sono conti da pagare con la giustizia italiana: nel 2015 la Suprema Corte ha assolto l'americana.

L'unico responsabile dell'omicidio di Meredith, l'ivoriano Rudy Guede, sconta 16 anni di reclusione.

A giugno, dopo otto anni, Amanda è tornata in Italia da cittadina libera per partecipare al primo Festival della Giustizia penale, incentrato su vittime di errori giudiziari e giustizia mass mediatica: per partecipare, avrebbe dato fondo a tutti i suoi risparmi.

"Non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione. Abbiamo speso i nostri soldi per il matrimonio in questo viaggio importante", ha spiega il fidanzato scrittore di Seattle, precisando che ne è valsa la pena, è stata un'occasione irrinunciabile. "Amanda ha parlato a molti cuori ed ha un po' sanato il suo". A queste premesse, fa seguito l'appello, affinché giungano donazioni di una certa entità per poter realizzare una grande festa nuziale per parenti e amici (vengono richieste donazioni da 25 a 10mila dollari).

La coppia promette che chi farà una donazione riceverà una copia firmata in edizione limitata di 'The Cardio Tesseract', il libro di poesie d'amore, in corso di pubblicazione, scritto a quattro mani dalla coppia.

Da imputata a imprenditrice di se stessa

Amanda Knox lamenta d'essere stata sempre facile bersaglio dei media, specie italiani, però non rinuncia all'esposizione mediatica. Lo dimostra quest'ultima iniziativa, accolta forse in modo favorevole oltreoceano, dove gode di consenso. In Italia, invece, la protagonista di uno dei casi giudiziari più controversi, non riscuote troppe simpatie. Molti utenti italiani sono insorti sul suo profilo Instagram. Tra i commenti riferibili: "vergognatevi", "roba da pazzi", "che coraggio".

Alle polemiche, la Knox ha risposto: "Sapete cos’è oltraggioso? Che a qualcuno interessi di più il nostro matrimonio al fatto che persone innocenti siano in prigione da decenni" .

La trovata della raccolta fondi ha un precedente: nel 2007, per chiedere aiuto subito dopo l'arresto, Amanda ne aveva avviato una per garantirsi la migliore difesa, e negli Stati Uniti ebbe un certo seguito. Tornata a Seattle, dopo aver trascorso quattro anni nel carcere di Perugia, quindi dopo essere stata scarcerata e assolta, è iniziata la seconda vita della Knox in qualità di giornalista e scrittrice, imprenditrice di se stessa. Nel 2012, ha pubblicato il libro autobiografico 'Waiting to be Heard' (In attesa di essere ascoltata) che le ha fatto incassare 2,3 milioni di dollari, ma inizialmente si era parlato di circa 4 milioni di dollari per i diritti e i contratti che ha stipulato.

Una cifra da capogiro che pare sia già stata tutta spesa. Ha poi dato il suo nome per due film che hanno ricostruito il delitto di Perugia.

Oggi lamenta d'essere senza soldi per via dei costi del viaggio in Italia. Si è guardata bene però dal dire che le spese sono state a carico dell'Italy Innocence Project, l'associazione che l'ha invitata al Festival di Modena, come confermato dagli organizzatori. Un dettaglio che l'opinione pubblica statunitense ignora. In Italia a giugno Amanda è arrivata con il fidanzato Christopher Robinson e la mamma Edda. Ovviamente le spese (biglietto aereo in seconda classe di andata e ritorno, soggiorno in un albergo a tre stelle e pasti) sono state pagate solo a lei in quanto relatrice, e non agli accompagnatori con i quali poi si è concessa qualche giorno di vacanza a Nizza.

All'epoca del processo, i genitori Edda e Kurt avrebbero sostenuto circa 500 mila euro di spese legali. Amanda si è rivolta alla Corte europea per i diritti umani e ha chiesto proprio 500 mila euro di risarcimento. La Corte ha condannato l'Italia per aver violato il diritto di difesa dell'ormai ex imputata e non ha ammesso il ricorso presentato dal Governo italiano. Lo Stato italiano dovrà risarcirla, ma di una cifra ben diversa: 10 mila e 400 euro.