Non si dà pace Roberto Piva, il papà di Cecilia, la 12enne morta domenica pomeriggio in un tragico incidente nautico nelle acque di fronte all'isola di Sant'Erasmo (Venezia). L'uomo non è stato ancora ascoltato, ma ha inviato una lunga mail alla Capitaneria di Porto in cui si dichiara responsabile per quanto accaduto alla figlia. Il documento - in parte riportato dal quotidiano Il Gazzettino - è stato messo agli atti dalla Procura di Venezia.

'È stata colpa mia'

Roberto Piva, 44 anni, ha inviato all'indirizzo mail della Capitaneria di Porto di Venezia un lungo messaggio in cui ha ripercorso il terribile incidente che è costato la vita alla sua bimba L'uomo, distrutto dal dolore, ha ammesso le sue responsabilità e non ha cercato alcuna giustificazione.

"Ho permesso a Cecilia di sedersi a prua - ha spiegato - non ho previsto le possibili conseguenze e dunque l'unico responsabile è il sottoscritto". "Dovevo occuparmi della sicurezza della navigazione e salvaguardare la vite delle persone a bordo - ha dichiarato - ma non l'ho fatto".

Piva, indagato per omicidio colposo, ha aggiunto di essere a completa disposizione degli inquirenti e, con ogni probabilità, nei prossimi giorni verrà ascoltato. Intanto, in attesa dei risultati dell'autopsia, proseguono le indagini (coordinate dal pubblico ministero di Venezia Fabrizio Celenza, titolare dell'inchiesta) per stabilire l'esatta dinamica della tragedia. Sarà la Capitaneria di Porto a ricostruire quanto avvenuto ed a accertare eventuali responsabilità.

Il tragico incidente

Domenica pomeriggio, Roberto Piva, originario di Mira (comune della provincia di Venezia) è uscito in motoscafo per una piccola gita in Laguna. Con lui c'erano la nuova compagna, 42enne ed i due figli di 12 e 14 anni. Ad un certo punto, nelle acque del Lido di Sant'Erasmo, in zona Bacan all'altezza del Mose, il cabinato è finito contro una briccola (la tipica struttura nautica utilizzata per segnalare la traccia dei canali).

Al momento, non è chiaro se Piva abbia perso il controllo dell'imbarcazione per un'imprudenza, un'avaria o - come qualcuno ha ipotizzato - per un'onda anomala causata da un lancione. Riguardo alle cause dell'incidente, infatti, le forze dell'ordine non hanno al momento rilasciato dichiarazioni ufficiali.

In seguito all'urto Cecilia, che come precisato anche dal papà era seduta a prua, è finita in acqua e, in pochi secondi, è stata risucchiata dall'elica che le ha amputato un braccio.

Roberto Piva, nel disperato tentativo di salvare la figlia, si è tuffato senza pensarci due volte e l'ha recuperata. La situazione, però, è apparsa subito drammatica. La piccola, oltre ad aver subito lesioni gravissime, è andata in arresto cardiaco. Sul posto, a bordo di una imbarcazione-ambulanza, sono arrivati i sanitari del Suem e le hanno praticato un massaggio cardiaco, poi d'urgenza, l'hanno trasferita all'ospedale Santi Giovanni e Paolo di Venezia. Cecilia è deceduta durante il tragitto. Anche papà Roberto, in forte stato di choc, è stato ricoverato.