Nessuno aveva più sue notizie dal pomeriggio del 2 luglio, quando era uscita dalla sua camera per recarsi a correre all’aperto, come era abituata a fare quotidianamente. La biologa americana Suzanne Eaton sembrava essere scomparsa nel nulla, mentre si trovava a Creta per un convegno internazionale. Le ricerche sono continuate per parecchi giorni, fino a quando il suo cadavere è stato ritrovato in un bunker utilizzato dai nazisti durante l’ultimo conflitto mondiale, che si trova nella località di Xamoudochori, a circa 12 chilometri di distanza da Chania, il luogo dove l’avevano vista per l’ultima volta.

Sin da subito la polizia è stata sicura che non si fosse trattato di un incidente, ma che la donna fosse stata uccisa da una persona del posto, o che comunque conosce bene quelle zone, poco accessibili ai turisti.

Le ricerche dopo la scomparsa della biologa

Suzanne Eaton, 59 anni, era una ricercatrice di fama presso il Max Planck Institute di Dresda in Germania. Sposata con un collega inglese, Anthony Hyman, era madre di due figli. Quando era sparita gli inquirenti avevano trovato nel suo alloggio tutti i documenti e gli effetti personali, segno che la donna non si era allontanata volontariamente. Insieme a diversi volontari, gli agenti della polizia locale hanno perlustrato i dintorni, mentre gli amici della biologa hanno stanziato una ricompensa di 50mila euro per avere informazioni.

Nel frattempo sui social sono state diffuse le immagini della scomparsa e delle scarpe da ginnastica che indossava quel pomeriggio. Inizialmente tutti pensavano ad un malore durante gli allenamenti, magari dovuto ad un colpo di calore. Man mano che i giorni passavano si cominciava a temere il peggio, puntualmente verificatosi con il ritrovamento del corpo ormai privo di vita di Suzanne.

Il ritrovamento del cadavere nel bunker

La scoperta è stata fatta da alcuni escursionisti che hanno rinvenuto il cadavere all’interno di un tunnel realizzato dall’esercito nazista ed utilizzato all’epoca come deposito di munizioni. Secondo gli esperti della Scientifica la vittima sarebbe stata soffocata; i media locali hanno parlato anche di altre ferite e perfino di mutilazioni al volto, ma queste notizie non sono state confermate.

Mentre sembra che siano state trovate alcune tracce di Dna di un’altra persona, particolare che potrebbe facilitare la caccia all’assassino. Essendo la galleria poco visibile all’esterno e di difficile accesso, è facile immaginare che sia stato qualcuno del posto a voler nascondere in quel luogo il corpo della biologa, molto probabilmente dopo averla uccisa altrove e trasportato lì la salma per occultarla. Ora gli investigatori vogliono ricostruire gli ultimi movimenti della vittima dal momento in cui è uscita per fare jogging, sperando che si facciano vivi dei testimoni che ricordino qualche particolare utile ad identificare il misterioso killer.