Alle ore 11.36 di oggi 14 agosto, Genova si è fermata: in tutta la città, in una giornata di lutto e ricordo, c'è stato un minuto di raccoglimento. Un anno fa, a quell'ora, il crollo del ponte Morandi. La lettura dei nomi delle 43 vittime, ognuno scandito per qualche interminabile secondo, è stato il momento più toccante della cerimonia di commemorazione che si è svolta sul piazzale dove si sta costruendo il nuovo ponte alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del governo al gran completo malgrado la grave crisi politica in atto.
Alla stessa ora, in tutte le chiese della città sono state suonate le campane, e contemporaneamente sono entrate in azione le sirene delle navi in porto, mentre in spiaggia anche i turisti si sono fermati per ricordare i morti. I familiari hanno chiesto giustizia e protestato per la presenza dei vertici Autostrade. Assenti le famiglie dei quattro ragazzi di Torre del Greco, nel napoletano, morti nella strage.
La cerimonia, familiari delle vittime contro vertici Autostrade
E' stato il primo anniversario di una tragedia che fino a qualche minuto prima delle 11.36 del 14 agosto 2018, mai nessuno avrebbe creduto possibile: il crollo del ponte Morandi.
Accolto dagli applausi, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto il suo ingresso nel capannone in cui c'erano circa 200 familiari delle vittime.
E' la terza volta che li incontra.
Nell'hangar all'altezza della nuova pila 9 del viadotto Polcevera, svettava la bandiera di Genova, città ferita ma che vuole rilazarsi. Nel cantiere trasformato in altare, l'arcivescovo della città, il cardinale Angelo Bagnasco, ha detto: "l'apocalisse ci ha lasciato senza respiro" e ha definito le vittime "angeli di Genova", per poi aggiungere che la città non li dimenticherà mai.
Dopo di lui, Zahoor Ahmad Zargar, il presidente della comunità islamica di Genova, ha letto un passo del Corano su Verità e pazienza.
Giustizia: a chiederla i familiari delle vittime, assistiti per le circa due ore della commemorazione dagli psicologi del 118. "Se in uno stato democratico mancasse la giustizia, non avrebbe senso la sua esistenza e le vittime continuerebbero a morire ogni giorno", ha detto una parente di una vittima.
Non gradita la presenza della delegazioni di Autostrade che dopo poco è stata invitata ad andarsene. "Via le concessioni ai Benetton": uno striscione fuori dall'hangar, la nota più accesa dell'evento.
Nell'edizione speciale di oggi del quotidiano Secolo XIX di oggi, il presidente della Repubblica è intervenuto definendo il crollo del ponte "una tragedia causata dall'uomo che si poteva evitare, frutto dell'incuria, dell'omesso controllo, della colpevole superficialità, della brama di profitto".
L'intervento del premier Conte
"Non vi abbiamo dimenticato", ha detto il capo del Governo, Giuseppe Conte, sottolineando che la politica deve pensare alla sicurezza delle strutture e che il governo lavora a un piano in tal senso.
"Genova è simbolo di forza d'animo e volontà di rinascita. Non la lasceremo sola", ha poi precisato.
L'ultima pila del vecchio ponte è stata demolita appena due giorni fa. I cantieri sono aperti sette giorni su sette e oltre 200 operai stanno costruendo la pila nove: a metà settembre, sarà visibile lo scheletro del ponte, ad aprile sarà percorribile secondo il sindaco e commissario straordinario Marco Bucci. "Stiamo lavorando per la rinascita anche economica della città, ma per le vittime non smetteremo di chiedere giustizia", ha detto ancora il premier. Il nuovo ponte progettato da Renzo Piano, sarà una carena bianca di nave in acciaio sostenuta da 18 pilastri in cemento che attraversa la vallata.
In una fase di piena crisi politica, c'erano tutti i ministri. Il vicepremier Luigi Di Maio ha detto di voler avviare la revoca delle concessioni.
Lo stato delle indagini
A un anno dal crollo del ponte Morandi, procura e Guardia di Finanza sono al lavoro per ricostruire cause e responsabilità: ci sono oltre 71 iscritti nel registro degli indagati, tra cui tecnici e dirigenti del concessionario e delle controllate ma anche del ministero, più due società, Spea e Autostrade. "Mi domando chi avrebbe mai percorso quell'autostrada avendo conoscenza della situazione di queste pile", ha detto il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi. Le indagini andranno avanti fino a dicembre quando sarà fatto il secondo incidente probatorio: si tratta di un'inchiesta imponente.
Tra i reati ipotizzati, omicidio colposo plurimo, disastro colposo, attentato colposo alla sicurezza dei trasporti e falso. Le prime perizie sono già sul tavolo di magistrati e avvocati, sono state ripercorse tutte le fasi della vita del ponte dagli anni '60 ad oggi. "Il ponte era morto, come una persona muore di morte naturale. Ora bisogna appurare se poteva essere salvato, curato. Ed è quello che accerteremo con le indagini”, ha detto Cozzi.