La rocambolesca vicenda giudiziaria di Tekashi 6ix9ine continua a far discutere in tutto il mondo. Pochi giorni fa l'indiscrezione secondo cui il rapper – che ha deciso di collaborare con la giustizia per evitare una probabile condanna a 47 anni di carcere – sarebbe potuto entrare a far parte del programma di protezione testimoni, ha riacceso le polemiche.

A far discutere anche e sopratutto l'ipotesi paventata da alcuni media americani, secondo cui, se il rapper avesse accettato di entrare nel programma, sarebbe stata proprio la Polizia americana a pagare le spese necessarie per l'operazione di rimozione dei numerosi tatuaggi presenti sul suo volto, elemento che sembrava essere imprescindibile per la buona riuscita del protocollo, tenendo conto sia dell'estrema popolarità dell'artista, che vanta un'enorme seguito planetario nonostante la giovanissima età (23 anni), che dell'estrema riconoscibilità conferita alla sua faccia dai numerosi tattoo.

TMZ: '6ix9ine vuole continuare a vivere da star'

Oggi a catturare l'attenzione mediatica è un'ulteriore indiscrezione, secondo cui 6ix9ine avrebbe deciso di rifiutare l'ingresso nel programma di protezione testimoni, dato che, una volta fuori dal carcere – la collaborazione con la giustizia potrebbe portarlo ad ottenere la libertà già nel 2020 – vorrebbe continuare a fare musica.

La notizia è stata diffusa dal noto e sempre informatissimo magazine americano TMZ, da anni in prima linea per quanto riguarda le vicende giudiziarie, soprattutto se coinvolgono personaggi noti, potendo contare su una fitta rete di informatori in ambito penale.

"Fonti vicine all'artista dichiarano che 6ix9ine al momento rifiuta l'opzione dell'ingresso nel programma di protezione testimoni – dichiara il noto potale – preferirebbe invece continuare a fare una vita da star".

Una scelta pericolosa

La notizia sta cogliendo di sorpresa un po' tutti: l'opinione comune è che quella del rapper sia una scelta a di poco pericolosa, non solo per lui, ma anche per i sui familiari.

Ovviamente il cantante, pur rinunciando alla protezione federale, avrebbe comunque deciso di assumere un esoso sevizio di sorveglianza per lui ed i suoi cari, attivo 24 ore su 24 tutti i giorni della settimana.

I reciproci vantaggi del rapporto tra 6ix9ine e Nine Trey

Durante le prime udienze nel processo alla 'Nine Trey Blood' – la gang criminale a cui 6ix9ine ha smesso di essere stato affiliato – l'artista ha spiegato alla Corte quale fosse il suo ruolo nella banda e come ne sia entrato a far parte. In buona sostanza i membri della gang, partecipando ai video del rapper e mostrandosi assieme a lui, hanno contribuito ad alimentare la sua street credibility, elemento necessario per rendere credibili i testi dei suoi brani.

In cambio, 6ix9ine finanziava la Nine Trey, devolvendo alla gang una significativa fetta dei suoi guadagni.

"Desideravo che nei videoclip dei miei pezzi fosse presente l'immaginario della gang - ha spiegato l'artista, in aula - in cambio del denaro che versavo loro ho ottenuto la credibilità della strada, quindi la mia carriera, la protezione e tutto quello che ne consegue. All'interno della gang il mio compito sarebbe continuato ad essere quello di fare hit per poter finanziare il collettivo".